Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 9430 del 22/01/2014


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 9430 Anno 2014
Presidente: D’ISA CLAUDIO
Relatore: MARINELLI FELICETTA

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
SULA ASTRIT N. IL 29/07/1974
avverso la sentenza n. 4412/2012 GIP TRIBUNALE di TREVISO, del
23/11/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FELICETTA
MARINELLI;

Data Udienza: 22/01/2014

Fatto e diritto

ex articolo 606, comma 3,
Il ricorso è inammissibile,
c.p.p., perché proposto per motivi manifestamente infondati.
Il giudice, nell’applicare la pena concordata, si è da un
lato adeguato a quanto contenuto nell’accordo tra le parti, e
dall’altro ha escluso che ricorressero i presupposti
dell’articolo 129 c.p.p.. Tale motivazione, avuto riguardo
alla speciale natura dell’accertamento in sede di
applicazione della pena su richiesta delle parti, appare
pienamente adeguata ai parametri richiesti per tale genere di
decisioni, secondo la costante giurisprudenza di legittimità
(v., tra le altre,
Cass. S.U. 27 marzo 1992, Di Benedetto;
Cass. S.U. 27 settembre 1995,
Serafino; Cass. S.U. 25
novembre 1998, Messina).
Tanto premesso si osserva che in ordine all’applicazione
dell’interdizione dai pubblici uffici e alla sua durata la
sentenza impugnata appare congruamente ed adeguatamente
motivata.
Segue, a norma dell’articolo 616 c.p.p., la condanna della
ricorrente al pagamento delle spese del procedimento ed al
pagamento a favore della Cassa delle Ammende, non emergendo
ragioni di esonero, della somma di euro 1500,00
(millecinquecento/00) a titolo di sanzione pecuniaria.
P.Q.M.

dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al
pagamento delle spese del procedimento e della somma d euro
1500,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso nella camera di consiglio del 22 gennaio 2014
Il

esidente

Sula Astrit, imputato in ordine al reato di cui all’art.73
d.PR.309/90 ricorre per cassazione contro la sentenza di
applicazione concordata della pena in epigrafe indicata,
deducendo difetto di motivazione in ordine all’applicazione
della misura dell’interdizione dai pubblici uffici e in
ordine alla durata della stessa determinata in anni cinque.

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