Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 7633 del 14/12/2012


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 7633 Anno 2013
Presidente: SQUASSONI CLAUDIA
Relatore: RAMACCI LUCA

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
V
1) MABSOUT YOSSEF N. IL 12/03/1974
avverso la sentenza n. 3956/2011 GIP TRIBUNALE di MONZA, del
06/03/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCA RAMACCI;

Data Udienza: 14/12/2012

P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e
al versamento della somma di euro 1.500,00 (millecinquecento/00) alla Cassa delle ammende.

Ritenuto:
— che il G.I.P. del Tribunale di Monza, con sentenza del 6.3.2012 ha applicato a MABSOUT
Youssef la pena concordata, ex articolo 444 C.P.P., in ordine al reato di cui agli artt.81 cod. pen.
e 73 D.P.R. n. 309/1990 (in Cinisiello Balsamo e altrove dal 10 al 20 agosto 2010);
— che, in tema di “l’atteggiamento”, il rito prescelto non consente la prospettazione, in sede di
legittimità, di questioni che risultino incompatibili con la richiesta di applicazione della pena
formulata per il fatto contestato e per la relativa qualificazione giuridica risultante dalla
contestazione, poiché l’accusa come giuridicamente qualificata non può essere rimessa in
discussione, presupponendosi la rinuncia a far valere qualunque eccezione di nullità, anche
assoluta, diversa da quelle attinenti alla richiesta di patteggiamento e al consenso a essa prestato.
(Sez. V n. 21287, 04 giugno 2010; Sez. II n. 5240, 14 gennaio 2009). Va aggiunto che l’accordo
intervenuto esonera l’accusa dall’onere della prova e comporta che la sentenza che recepisce
l’accordo fra le parti sia da considerare sufficientemente motivata con una succinta descrizione
del fatto (deducibile dal capo d’imputazione), con l’affermazione della correttezza della
qualificazione giuridica di esso, con il richiamo all’articolo 129 C.P.P. per escludere la ricorrenza
di alcuna delle ipotesi ivi previste, con la verifica della congruità della pena patteggiata ai fini e
nei limiti di cui all’art. 27 Cost.(Sez. IV .34494, 17 ottobre 2006).
— che, nella fattispecie, il giudice ha compiutamente richiamato le risultanze degli atti di
indagine acquisiti ed ha rilevato la correttezza della qualificazione giuridica del fatto e
dell’insussistenza delle condizioni di applicabilità dell’articolo 129 C.P.P.
— che il gravame appare comunque sprovvisto della necessaria concretezza per l’invocata
declaratoria immediata di non punibilità;
— che, conseguentemente, va dichiarata l’inammissibilità del ricorso e, a norma dell’art. 616
c.p.p., alla declaratoria di inammissibilità — non potendosi escludere che essa sia ascrivibile a
colpa del ricorrente (Corte Cost. 7-13 giugno 2000, n. 186) — segue l’onere delle spese del
procedimento, nonché quello del versamento, in favore della Cassa delle ammende, della
somma, equitativamente fissata in ragione dei motivi dedotti, di euro 1.500,00

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