Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 7372 del 28/01/2016


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 7372 Anno 2016
Presidente: PAOLONI GIACOMO
Relatore: CAPOZZI ANGELO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
IOVINE ANGELO N. IL 21/01/1962
avverso la sentenza n. 11108/2009 CORTE APPELLO di NAPOLI, del
12/03/2014
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Data Udienza: 28/01/2016

RG 21633/15

Motivi della decisione
L’imputato IOVINE Angelo ricorre, a mezzo del difensore, contro l’indicata sentenza della Corte
d’Appello di Napoli che ha confermato quella emessa dal Tribunale di Noia in data
16.2.2009, appellata dall’imputato, riconosciuto colpevole del reato di cui all’art. 337 c.p. e
condannato a pena di giustizia.

Il ricorso è inammissibile perché generico ed in fatto rispetto alla motivazione – priva di vizi
logici e giuridici – resa dalla Corte a giustificazione del rigetto della posizione difensiva mossa
in appello rispetto al rilievo secondo il quale non vi era dubbio che gli operanti si fossero nella
circostanza qualificati, essendo priva di riscontro la versione difensiva circa l’equivoco di essere
alla presenza di un familiare del ferito.
All’inammissibilità dell’impugnazione segue, come per legge, la condanna del ricorrente al
pagamento delle spese processuali ed al versamento di una somma in favore della cassa delle
ammende, che stimasi equo quantificare in euro 1.000,00 (mille).

P. Q. M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali
e della somma di Euro 1.000,00 (mille) in favore della cassa delle ammende.
Roma, 28.1.2016

Il ricorrente si duole di vizio della motivazione e violazione dell’art. 337 c.p. in relazione
all’affermazione di responsabilità con riferimento alla discordanza delle dichiarazioni dei testi
Sannino e Prete, dedotta nei motivi di appello circa le modalità di presenza nel luogo dei fatti ,
non ricordando di non essere in divisa e senza motivare il rigetto della posizione difensiva che
faceva leva sul timore del ricorrente di essere in presenza di un familiare del ragazzo ferito dal
di lui figlio.

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