Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 54011 del 12/10/2017


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Penale Sent. Sez. 5 Num. 54011 Anno 2017
Presidente: FUMO MAURIZIO
Relatore: FIDANZIA ANDREA

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
MUTO ANTONIO nato il 10/06/1962 a CUTRO

avverso l’ordinanza del 04/07/2017 del TRIB. LIBERTA’ di BRESCIA
sentita la relazione svolta dal Consigliere ANDREA FIDANZIA;
lette/sentite le conclusioni del PG MARIO MARIA STEFANO PINELLI
Il Proc. Gen. conclude per l’annullamento con rinvio
Udito il difensore
L’avvocato BARZELLOTTI VANNI del foro di BRESCIA si associa alle richieste del
PG

Data Udienza: 12/10/2017

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 4 luglio 2017 il Tribunale del Riesame di Brescia, in parziale riforma
dell’ordinanza del G.I.P. di Mantova del 19.6.2017, ha sostituito la misura cautelare in carcere
applicata a Muto Antonio con quella degli arresti domiciliari, in relazione ai delitti di bancarotta
fraudolenta contestatigli quale amministratore unico de Le Costruzioni s.r.I., dichiarata fallita il
30.6.2017.
2. Con atto sottoscritto dal proprio difensore ha proposto ricorso per cassazione l’imputato

E’ stata dedotta la contraddittorietà della motivazione e violazione dell’art. 274 comma 1°
lett. c) c.p.p..
Lamenta il ricorrente

che il Tribunale non ha dato convincentemente conto della

sussistenza di un pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato per cui si procede.
La ” spregiudicatezza finanziaria”, valorizzata per l’applicazione della misura cautelare,
doveva risultare recessiva rispetto agli elementi positivi considerati dallo stesso Tribunale ai
fini della sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari,
ovvero che l’indagato non aveva ricavato un personale vantaggio dalle operazioni illecite
contestategli ed aveva assunto una diretta responsabilità nella gestione delle imprese, senza
ricorrere allo schermo di persone compiacenti.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il ricorso è infondato.
Va osservato che il Tribunale del Riesame di Brescia, nel ritenere la persistenza delle
esigenze cautelari, seppur attenuate, a carico dell’indagato, ha evidenziato alcuni aspetti
cruciali che fondano il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quello per cui si
procede.
L’ordinanza impugnata ha messo, infatti, in luce la capacità del Muto di accedere in tempi
rapidi al credito bancario per porre in essere un’operazione pesantemente dannosa per gli
interessi della fallita, nonostante la situazione finanziaria de Le Costruzioni s.r.l. fosse
caratterizzata da un ingente indebitamento, oltre ad altre condotte denotanti spregiudicatezza
perpetrate in tempi più recenti quale amministratore della Immobiliare Edera s.r.I., parimenti
fallita.
Tenuto conto che l’indagato risulta, secondo la recente informativa della G.d.F. del
18.4.2017 – riportata nell’ordinanza impugnata – attualmente amministratore o liquidatore di
altre società, quali la Iniziativa Piazzale Mondadori s.r.I., Forum Mondadori s.r.l. e Lagocastello
Immobiliare s.r.I., peraltro interessate da operazioni commerciali che avevano coinvolto la
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affidandolo ad un unico motivo.

fallita, coerentemente l’ordinanza impugnata ha ritenuto ” tuttora sussistente l’occasione
(amministrazione di società) da cui originavano i delitti commessi”.
Tali considerazioni si sottraggono ad ogni sindacato in sede di legittimità.
Il rigetto del ricorso la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.

Così deciso in Roma, il 12 ottobre 2017
Il consigliere estensore

Il Presidente

Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

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