Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 50970 del 30/10/2013


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Penale Sent. Sez. 6 Num. 50970 Anno 2013
Presidente: SERPICO FRANCESCO
Relatore: PATERNO’ RADDUSA BENEDETTO

Data Udienza: 30/10/2013

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
BABOI CRISTIAN N. IL 03/11/1985
avverso la sentenza n. 1373/2012 CORTE APPELLO di NAPOLI, del
29/11/2012
visti gli atti, la sentenza e il ricorso
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/10/2013 la relazione fatta dal
Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO’ RADDUSA
p
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. o
che ha concluso per
0.4yi 137
C 4-

Udito, per la parte civile, l’Avv
Udit i difensor Avv.

-Cfr)

7

Ritenuto in fatto
1.Tratto a giudizio per estorsione continuata e tentata , tentata rapina e lesioni
personali , tutti fatti commessi in concorso Filipache Ion ed ai danni di Balima Kipsa ,
Baboi Cristian è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli limitatamente
alla tentata rapina ed alle lesioni, sentenza di poi confermata dalla Corte di Appello di
Napoli quanto al giudizio di responsabilità e modificata solo nel trattamento
sanzionatorio, ridotto .

per la riscontrata violazione del disposto di cui al’art 512 cpp relativamente alle
dichiarazioni predibattimentali rese dalla persona offesa , acquisite in giudizio in
ragione di una ritenuta erronea valutazione della irreperibilità del teste.
3. In esito al rinvio, la Corte di appello di Napoli ha provveduto alla escussione della
persona offesa e , una volta completato l’incombente istruttorio , confermato la
decisione assunta con la statuizione annullata originariamente da questa Corte .
4. Propone ricorso per cassazione avverso tale ultima decisione il Baboi deducendo al
fine due diversi motivi.
4.1 Con il primo si lamenta motivazione illogica e mancante rispetto alle dichiarazioni
rese dalla persona offesa nonché con riferimento alla documentazione allegata .
La persona offesa nel corso della deposizione ha espressamente escluso di riconoscere
nei due imputati , presenti in aula, gli autori della rapina tentata resa ai suoi danni. La
Corte ha superato siffatta affermazione motivando in ragione della possibilità che il
ricouto sia stato affievolito dal tempo / sia perché i CC intervenuti videro il Baboi
chiaramente colpire la persona offesa. Siffatta valutazione sarebbe tuttavia illogica
per più versi. Perchè la persona offesa ebbe a dichiarare che lui conosceva gli
aggressori di talchè non era ipotizzabile che il tempo potesse averne affievolito il
ricordo. Il fatto poi che il Baboi venne osservato mentre colpiva la persona offesa non
da’ adeguato conto del fatto che lo stesso fosse autore anche della rapina . Il tutto i
linea con la dichiarazione dell’imputato che ha sostenuto di essere intervenuto al solo
fine di sedare una lite . La sentenza è poi illogica anche nella parte in cui esclude la
tesi dell’imputato in ragione della unilaterilità delle lesini riscontrate , solo in capo alla
persona offesa, quando, per contro , come da referto medico acquisito , anche lo
stesso Baboi aveva riportato i segni della violenza patita.
4.2 Con il secondo motivo si lamenta violazione di legge avuto riguardo agli artt 59
comma I cp e 62 n4 cp nonché vizio di motivazione . La Corte esclude il 62 nr 4
perché l’azione riscontrata ( frugare nelle tasche della persona offesa) era idonea ad

2. Interposto ricorso in Cassazione , la sentenza di appello veniva annulla con rinvio

impossessarsi di tutto quanto in possesso della vittima , come documenti personali ed
altro, la cui sottrazione avrebbe determinato un danno non definibile di speciale
tenuità. La rapina tuttavia era diretta all’impossessamento della somma di euro 5,00 ,
come precisato incontrovertibilmente nel capo di imputazione nonché nella stessa
denunzia della persona offesa e come da questa confermato al momento della
deposizione testimoniale . Il tenore della affermazione della Corte non trova riscontro
in alcun accertamento istruttorio . Lo stesso si pone inoltre in conflitto con l’art 59

giacchè , ove la stessa non fosse stata in possesso di altro al momento dell’azione, la
attenuante della modesta entità del danno andava riconosciuta proprio in ragione del
disposto di cui all’art 59 comma I .
Considerato in diritto
5.11 ricorso è infondato per le ragioni precisate di seguito.
6. La decisione impugnata si fonda primariamente sul tenore delle dichiarazioni dei
verbalizzanti intervenuti al momento del fatto . Evidenzia in particolare la Corte che il
teste Ranieri, per quanto dallo stesso affermato , è intervenuto dopo aver visto la
vittima della rapina aggredita con calci e pugni dai due imputati , aggressione
continuata anche dopo l’arrivo dei Carabinieri per non essersi accorti gli aggressori
dell’arrivo degli stessi. Nel corso dell’aggressione , sempre per quanto segnalato in
motivazione alla luce delle dette dichiarazioni , il Baboi tentava di mettere le mani
nelle tasche della persona offesa. Si evidenzia ancora in sentenza il tenore oggettivo
delle lesioni refertate alla vittima ( guaribili in giorni 20 in ragione di una ” frattura
composta delle ossa nasali , contusione emitorace destro, contusioni multiple per il
corpo” ) che , letto in uno alle dette dichiarazioni e visto nel raffronto con le ferite
riportate nello scontro dai due imputati, finiva per tradire inequivocabilmente
l’inverosimiglianza della versione fornita dal ricorrente e dall’altro concorrente .
Inverosimiglianza peraltro ulteriormente cristallizzata dalla contraddittorietà sia delle
versioni fornite dai due imputati sia dal contrasto stesso delle dichiarazioni rese a
difesa dallo stesso odierno ricorrente per avere questo , in sede di spontanee
dichiarazioni successive alla deposizione del Ranieri, affermato di essere intervenuto
per sedare una lite tra gli altri e ciò in conflitto rispetto a quanto dichiarato in sede di
esame, là dove aveva affermato di essere stato aggredito dal Balima che voleva
mandarlo via da quel luogo .
7. A fronte di questi dati , è di palese evidenza come il mancato riconoscimento da
parte del Balima nell’imputato del soggetto che ebbe ad aggredirlo / come del resto la

comma I cp : occorreva accertare cosa effettivamente possedeva la persona offesa

presenza di ferite riportate anche dal ricorrente nel contrasto violento avuto con la
persona offesa perdono assolutamente di consistenza giacchè termini , caratteristiche
l
e finalità delle condotte imputabili a ciascuno dei soggetti interessati imel caso prese in
considerazione risultano inequivocabilmente fotografate dall’intervento diretto dei
carabinieri e corroborati altrettanto incontrovertibilmente dalla contraddittorietà delle
versioni riferite dagli imputati e ,per quel che qui direttamente interessa- dal Baboi.
Ne consegue che la valutazione resa dalla Corte territoriale è tutt’altro che illogica e
le stesse considerazioni poste a fondamento delle ragioni del mancato

riconoscimento, condivisibili O meno che siano , non sono comunque tali da
destrutturare l’intero portato delle argomentazioni rese a supporto del giudizio di
responsabilità , risultando lo stesso saldamente ancorato agli altri elementi acquisiti
sopra riferiti.
8. L’ulteriore motivo di ricorso legato alla mancata applicazione della attenuante di cui
al nr 4 dell’ad 62 cp è errato già a monte in punto di diritto .
Per un verso, come chiarito dalle sezioni unite di questa Corte ( sentenza nr
28243/13, rv 255528) l’attenuante in questione è si compatibile in astratto con
l’ipotesi del delitto tentato sempre che p in base alle modalità del fatto e in ragione di
precise valutazioni di tipo ipotetico , sia possibile desumere con certezza che i se il
reato fosse stato portato a compimento / il pregiudizio patrimoniale per la persona
ci;;

offesa sarebbe stato di rilevanza minima . E nel casooluni dascia supporre , in termini
così radicali , che , riscontrata nella disponibilità della persona offesa una somma
diversa quella relativa all’importo chiesto al Balima per poter stazionare nel luogo
teatro della condotta delittuosa, l’azione del ricorrente si sarebbe limitata alla
sottrazione violenta del minimo importo indicato in ricorso.
Di più . Questa stessa Corte ( cfr la sentenza della

Sez. 2 n. 21014 del 13/05/2010

Rv. 247122 ) ha avuto modo di chiarire che la sussistenza della circostanza
attenuante del danno di speciale tenuità in riferimento ai delitti contro il patrimonio
non ha riguardo soltanto al valore della cosa oggetto materiale del reato ma anche
alla condotta dell’imputato nella sua globalità. E siffatta valutazione diviene ancora più
pregnante ( cfr Sez. 2, Sentenza n. 21872 del 06/03/2001 Rv. 218795) là dove l come
nella specie l la configurabilità dell’attenuante venga in discussione con riferimento al
delitto di rapina, giacche non è sufficiente che il bene mobile sottratto sia di
modestissimo valore economico, ma occorre valutare anche gli effetti dannosi
connessi alla lesione della persona contro la quale è stata esercitata la violenza o la
minaccia, atteso che il delitto de quo ha natura di reato plurioffensivo perché lede non

che

solo il patrimonio ma anche la libertà e l’integrità fisica e morale, aggredite per la
realizzazione del profitto ( in termini da ultimo cfr anche

Sez. 2, Sentenza n. 19308

del 20/01/2010 Rv. 247363).
Nel caso , la condotta posta in essere dal ricorrente, per quanto sopra evidenziato con
riferimento alle lesioni arrecate alla persona offesa , ha palesemente esondato gli
argini della violenza di per sé assorbita dalle connotazioni minime funzionali alla
rapina , rendendo di conseguenza e in radice comunque inconfigurabile-a monte

Da qui la infondatezza del ricorso cui consegue la condanna del ricorrente al
pagamento delle spese processuali .
PQM
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Così deciso il 30 ottobre 2013
IL consigliere relatore

il Pr

l’ipotesi del danno di particolare tenuità.

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