Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 50555 del 24/10/2013


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 50555 Anno 2013
Presidente: DI VIRGINIO ADOLFO
Relatore: DI VIRGINIO ADOLFO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
ESSADIK ABDELLAH N. IL 01/01/1984
avverso la sentenza n. 223/2013 TRIB.SEZ.DIST. di VIAREGGIO, del
07/02/2013
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADOLFO DI VIRGINIO;

Data Udienza: 24/10/2013

Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per assoluto difetto di specificità dei
motivi addotti a sostegno. Il ricorrente, invero, pur dolendosi dell’insufficienza delle
argomentazioni poste alla base della decisione impugnata, non indica in alcun modo le ragioni per
le quali, in presenza di una richiesta di applicazione della pena da lui proveniente, che
presupponeva la rinuncia implicita a qualsiasi questione sulla colpevolezza, il giudice avrebbe
dovuto nondimeno disattendere tale richiesta e pervenire ad una decisione di proscioglimento basata
sull’evidenza dell’insussistenza del fatto, della sua mancata commissione da parte dell’imputato,
della presenza di cause di giustificazione, dell’insussistenza dell’elemento soggettivo o in genere
della sua inidoneità ad integrare gli estremi del reato contestato.
Alla dichiarazione di inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento
delle spese processuali e della somma di euro 1.500, determinata in considerazione della natura del
provvedimento impugnato, in favore della Cassa delle ammende.

p. q. m.
la Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di euro 1.500 (millecinquecento) in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, all’udienza del 24 ottobre 2013
dente estensore

. .ur

t

Ricorre il cittadino marocchino Essadik Abdellah avverso la sentenza indicata in
epigrafe, con la quale gli è stata applicata la pena concordata con la pubblica accusa ai sensi
dell’art. 444 c.p.p. per il reato di cui all’art. 73 d.p.r. n.309/90. Deduce vizio di motivazione ed
inosservanza dell’art. 129 c.p.p., secondo lui applicabile al caso.

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