Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 4766 del 08/01/2014


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Penale Sent. Sez. 1 Num. 4766 Anno 2014
Presidente: GIORDANO UMBERTO
Relatore: ROCCHI GIACOMO

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE
DI MILANO
nei confronti di:
GHOUILI FADHEL N. IL 13/02/1970
avverso l’ordinanza n. 13945/2012 GIUD. SORVEGLIANZA di
MILANO, del 13/03/2013
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;
lette/stTfe le conclusioni del PG Dott.

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Uditi di sor Avv.;

Data Udienza: 08/01/2014

RITENUTO IN FATTO

1. Il Magistrato di Sorveglianza di Milano, con ordinanza del 13/3/2013,
rigettava la richiesta del Procuratore della Repubblica di dichiarare Ghouili Fadhel
delinquente abituale ai sensi dell’art. 102 cod. pen., con applicazione di una
misura di sicurezza. Ghouili Fadhel è detenuto in relazione a quattro condanne
per violazione della legge sugli stupefacenti, con scadenza della pena prevista
per il 25/6/2018.
Il Magistrato rilevava che, essendo l’esecuzione penale nella sua fase iniziale

nel reato avrebbe generato inevitabili effetti deteriori sulle possibilità di accesso
ai benefici e alla risocializzazione del condannato, senza, peraltro, esplicare alcun
effetto concreto preventivo. Nel diritto penitenziario è precluso ogni automatismo
o valutazione presuntiva in malam partem; del resto non si comprende in quale
modo il Magistrato potrebbe revocare la dichiarazione di abitualità nel caso
cessasse la pericolosità sociale. La dichiarazione di abitualità non deve essere
pronunciata quando il fine pena sia lontano e il percorso rieducativo ancora in
itinere, in quanto verrebbe imposta una misura di sicurezza senza il rispetto
degli artt. 679 e 658 cod. proc. pen..

2. Ricorre per cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale
di Milano, deducendo l’erroneità del ragionamento del Magistrato di sorveglianza,
secondo cui il giudizio di pericolosità al momento della concreta esecuzione della
misura di sicurezza applicabile costituisce presupposto anche per la dichiarazione
di delinquenza abituale: al contrario, si tratta di due valutazioni effettuate in
momenti diversi.
Il Magistrato deve valutare se sussistono i presupposti applicativi della
declaratoria di delinquenza abituale, riservandosi, poi, il giudizio di pericolosità al
momento successivo della esecuzione della misura di sicurezza.
La mancata declaratoria di delinquenza abituale ex art. 102 cod. pen. viola
la legge, trattandosi di provvedimento per il quale il legislatore non riconosce
alcuno spazio di discrezionalità al giudice: l’ordinanza impugnata vuole evitare
che il condannato subisca gli effetti negativi della declaratoria di abitualità che,
invece, sono previsti dal legislatore.
La circostanza che il giudice di merito debba, se richiesto, pronunciare la
declaratoria di abitualità dimostra, secondo il ricorrente, che i due momenti
(dichiarazione di abitualità e applicazione della misura di sicurezza) sono distinti.
Il ricorrente conclude per l’annullamento dell’ordinanza impugnata.

2

e dovendo protrarsi per un lungo periodo di tempo, la dichiarazione di abitualità

3. Il Procuratore Generale, nella requisitoria scritta, conclude per la
conversione del ricorso per cassazione in appello, con trasmissione al Tribunale
di Sorveglianza competente.

CONSIDERATO IN DIRITTO

L’art. 680 cod. proc. pen. prevede che, contro i provvedimenti del
Magistrato di Sorveglianza concernenti la dichiarazione di abitualità nel reato, il

Per giurisprudenza costante di questa Corte, il ricorso immediato per
cassazione regolato dall’art. 569 cod. proc. pen. non è applicabile
all’impugnazione di provvedimenti diversi dalla sentenza emessa nel giudizio di
merito.

Pertanto, a norma dell’art. 568, comma 5, cod. proc. pen., il ricorso per
cassazione deve essere qualificato come appello ai sensi dell’art. 680 cod. proc.
pen. e trasmesso al Tribunale di Sorveglianza di Milano.

P.Q.M.

Qualificato il ricorso come appello ai sensi dell’art. 680 cod. proc. pen.,
dispone trasmettersi gli atti al Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Così deciso 1’8 gennaio 2014

Il Consigliere estensore

Il Presidente

pubblico ministero può proporre appello al Tribunale di Sorveglianza.

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