Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 44740 del 01/10/2013


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Penale Sent. Sez. 4 Num. 44740 Anno 2013
Presidente: ZECCA GAETANINO
Relatore: MONTAGNI ANDREA

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D’APPELLO DI
BRESCIA
nei confronti di:
TAHER BEN MANSOUR N. IL 08/09/1965
avverso la sentenza n. 2087/2012 CORTE APPELLO di BRESCIA, del
18/10/2012
visti gli atti, la sentenza e il ricorso
udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/10/2013 la relazione fatta dal
Consigliere Dott. ANDREA MONTAGNI
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. 6ct Plico n e
che ha concluso per

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Udito, per parte civile, l’Avv
Udit i dife or Avv.

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Data Udienza: 01/10/2013

Ritenuto in fatto
1. Con sentenza del 18.10.2012, la Corte di Appello di Brescia, in parziale
riforma della sentenza di condanna resa dal G.i.p. del Tribunale di Bergamo in data
19.04.2012, all’esito di giudizio abbreviato, nei confronti di Ben Mansour Taher,
chiamato a rispondere del delitto di cui all’art. 73, d.P.R. n. 309/1990, concessa la
circostanza attenuante di cui al V comma dell’art. 73 cit., riduceva la pena
originariamente inflitta e confermava nel resto.

all’art. 73, comma V, d.P.R. n. 309/1990, in considerazione del fatto che l’eroina
sequestrata aveva un basso valore di principio attivo (3,1%, per un totale di 15,25
grammi di sostanza pura). Il Collegio rilevava, inoltre, che il documentato stato di
tossicodipendenza dell’imputato, portava a ritenere che parte della droga fosse
destinata al consumo personale.
2. Avverso la richiamata sentenza della Corte di Appello di Brescia ha
proposto ricorso per cassazione il Procuratore Generale della Repubblica presso la
Corte di Appello di Brescia, denunciando la violazione e l’erronea applicazione
dell’art. 73, comma V, d.P.R. n. 309/1990. La parte rileva che la quantità della
droga detenuta, pari a gr. 492, è di rilevanza tale da escludere di per sé la
possibilità di riconoscere l’ipotesi lieve. Osserva che le effettuate analisi
tossicologiche evidenziano la presenza di un quantitativo di eroina cloridrato tale da
consentire la preparazione di numerose dosi medie giornaliere e di un numero ben
maggiore di dosi commerciali. Il ricorrente rileva che la Corte regolatrice ha più
volte affermato che il solo dato ponderale può essere sintomo della potenzialità
diffusiva dello stupefacente, tale da escludere l’applicazione dell’attenuante
speciale. Evidenzia che le modalità della condotta, parametrate alla personalità del
prevenuto, soggetto privo di una stabile attività lavorativa, orientano per
l’inserimento professionale in una attività di spaccio non occasionale.
Considerato in diritto
3. Il ricorso che occupa muove alle considerazioni che seguono.
3.1 Come noto, in riferimento alle condizioni per l’applicabilità
dell’attenuante di cui al V comma dell’art. 73, d.P.R. n. 309/1990, la Suprema Corte
ha chiarito che in tema di sostanze stupefacenti, ai fini della concedibilità o del
diniego della circostanza attenuante del fatto di lieve entità, il giudice è tenuto a
complessivamente valutare tutti gli elementi indicati dalla norma, sia quelli
concernenti l’azione (mezzi, modalità e circostanze della stessa), sia quelli che
attengono all’oggetto materiale del reato (quantità e qualità delle sostanze
stupefacenti oggetto della condotta criminosa), dovendo escludere la concedibilità
dell’attenuante quando anche uno solo di questi elementi porti ad escludere che la

2

La Corte territoriale rilevava che poteva essere concessa l’attenuante di cui

lesione del bene giuridico protetto sia di “lieve entità” (cfr. Cass. Sez. 4,
Sentenza n. 4948 del 22/01/2010, dep. 04/02/2010, Rv. 246649).
Nel caso di specie, la Corte di Appello ha considerato che il dato relativo alla
quantità della droga detenuta dal prevenuto non era idoneo ad escludere che la
lesione del bene giuridico protetto potesse considerarsi di “lieve entità”. Il Collegio
ha proceduto ad una complessiva valutazione di tale elemento materiale,
evidenziando che la bassa percentuale di principio attivo conduceva a rilevare che il

Deve altresì osservarsi che la Corte di merito ha pure sottolineato che il
documentato stato di dipendenza tossicologica in cui versa Ben Mansour, induceva
poi a ritenere che almeno una parte della droga di cui si tratta fosse certamente
desinata al consumo personale del medesimo prevenuto.
Orbene, le valutazioni espresse dal giudice del gravame, nell’apprezzare la
sussumibilità del fatto per cui si procede, nell’ambito applicativo della circostanza
attenuante speciale di cui all’art. 73, comma V, d.P.R. n. 309/1990, non presentano
aporie di ordine logico, né contrastano con i principi di diritto affermati dalla Corte
regolatrice, nella materia che occupa. La Corte territoriale, invero, ha soddisfatto
l’obbligo motivazionale afferente alla qualificazione giuridica della fattispecie ed ha
giustificato il riconoscimento dell’ipotesi di lieve entità, sviluppando un articolato
percorso argomentativo, in forza del quale gli acquisiti elementi del fatto sono stati
unitariamente vagliati, sia sotto il profilo oggettivo, in considerazione della qualità
della sostanza, sia in riferimento alle specifiche condizioni di dipendenza
tossicologica in cui versa il soggetto agente. La complessiva valutazione effettuata
dalla Corte di Appello, sul punto di interesse, risulta perciò immune da censure
rilevabili in sede di legittimità. Giova ribadire, a tal proposito, che l’indagine di
legittimità sul discorso giustificativo della decisione ha un orizzonte circoscritto,
dovendo il sindacato demandato dalla Corte di Cassazione – per espressa volontà
del legislatore – esser limitato a riscontrare l’esistenza di un logico apparato
argomentativo sui vari punti della decisione impugnata, senza possibilità di
verificare l’adeguatezza delle argomentazioni di cui il giudice di merito si è avvalso
per sostanziare il suo convincimento, o la loro rispondenza alle acquisizioni
processuali. Esula dai poteri della Suprema Corte quello di una “rilettura” degli
elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la cui valutazione è in via
esclusiva riservata al giudice del merito, senza che possa integrare il vizio di
legittimità la mera prospettazione di una diversa e per il ricorrente più adeguata
valutazione delle risultanze processuali (Cass. Sez. U, Sentenza n. 6402 del
30/04/1997, dep. 02/07/1997, Rv. 207945).
4. Si impone, pertanto, il rigetto del ricorso.

3

prevenuto aveva – in realtà – la disponibilità di circa quindici grammi di eroina pura.

P.Q.M.
Rigetta il ricorso.
Così deciso in Roma il 1° ottobre 2013

Il Consigliere est.

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