Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 40527 del 05/05/2015


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Penale Sent. Sez. 3 Num. 40527 Anno 2015
Presidente: TERESI ALFREDO
Relatore: ORILIA LORENZO

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE
DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
nei confronti di:
D’AMBRA GIOVANNON. IL 09/07/1982
avverso la sentenza n. 7991/2013 GIUDICE UDIENZA
PRELIMINARE di SANTA MARIA CAPUA VETERE, del
02/07/2014
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LORENZO ORILIA;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott.
Q4)2-c) S
c;12-e-ic4~

Uditi difensor Avv.;

Data Udienza: 05/05/2015

RITENUTO IN FATTO
l. Il GUP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – con sentenza
2.7.2014 emessa ai sensi dell’art. 425 comma 3 cpp – ha dichiarato non luogo a
procedere nei confronti di D’Ambra Giovanna in ordine al reato di dichiarazione
fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 D. Lvo n.
74/2000), commesso in qualità di legale rappresentante della Gio.Car.
Il GIP motiva la propria decisione ritenendo che le dichiarazioni di Guadagno
Vincenzo (indagato in procedimento collegato) andavano valutate con estremo rigore e

risultava l’esistenza di un rapporto commerciale tra la Gio.Car e la Metal Ferro sas
(rappresentata dal Guadagno, autore delle emissioni delle fatture).
2. Il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ricorre per
cassazione per violazione di legge e vizio di motivazione, rimproverando al GUP di aver
proceduto a valutazioni di tipo sostanziale in ordine alla colpevolezza, che in quella
fase gli era inibita. Procede ad analizzare i vari passaggi della sentenza di
proscioglimento evidenziando le criticità e rileva gli elementi di prova idonei, a suo
dire, a dimostrare la fondatezza dell’accusa (le dichiarazioni del Guadagno, la struttura
inesistente della società che aveva emesso le fatture in relazione all’importo dei lavori
di ristrutturazione appaltati, pari a C. 350.000,00, l’irrilevanza delle dichiarazioni del
Decimo).
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è fondato.
Secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, ai fini della pronuncia
della sentenza di non luogo a procedere, il G.U.P., quale parametro di valutazione,
non deve utilizzare quello dell’innocenza dell’imputato, ma quello dell’impossibilità di
sostenere l’accusa in giudizio, con la conseguenza che l’insufficienza e la
contraddittorietà degli elementi acquisiti ai sensi dell’art. 425 cod.proc.pen. debbono
avere caratteristiche tali da non poter essere ragionevolmente considerate superabili
(tra le varie, cfr. Sez. 6, Sentenza n. 5049 del 27/11/2012 Cc. dep. 31/01/2013 Rv.
254241; Sez. 6, Sentenza n. 10849 del 12/01/2012 Cc. dep. 20/03/2012 Rv.
252280; cass. Sez. 4, Sentenza n. 43483 del 06/10/2009 Cc. dep. 13/11/2009 Rv.
245464; Sez. 5, Sentenza n. 22864 del 15/05/2009 Cc. dep. 03/06/2009 Rv.
244202).
La Corte costituzionale ha più volte affermato che le modifiche apportate alla
disciplina della udienza preliminare non ne hanno modificato la funzione assegnata
ad essa, nel disegno del codice, nella quale “l’apprezzamento del giudice non si
sviluppa.., secondo un canone, sia pur prognostico, di colpevolezza o innocenza, ma
si incentra sulla ben diversa prospettiva di delibare… se risulti o meno necessario
dare ingresso alla successiva fase del dibattimento” (sent. n. 82 del 1993; sent. n.

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che comunque, dalla deposizione del teste Decimo (intermediario tra le due società)

;

71 del 1996; sent. n. 51 del 1997;ord. n. 185 del 2001): la funzione dell’udienza
preliminare resta, quindi, pur sempre quella di verificare l’esistenza dei presupposti
per l’accoglimento della domanda di giudizio formulata dal P.M. Come hanno
sottolineato le Sezioni unite di questa Corte (Sez. U, Sentenza n. 39915 del
30/10/2002, Vottari, in motivazione), anche l’obiettivo arricchimento, qualitativo e
quantitativo, dell’orizzonte prospettico del giudice, rispetto all’epilogo decisionale,
attraverso gli strumenti di integrazione probatoria previsti dagli artt. 421-bis e 422
bis cod. proc. pen., non attribuisce infatti allo stesso il potere di giudicare in termini

valutazione critica di sufficienza, non contraddittorietà e comunque di idoneità degli
elementi probatori, secondo il dato letterale del novellato terzo comma dell’art. 425,
“è sempre e comunque diretta a determinare, all’esito di una delibazione di tipo
prognostico, divenuta più stabile per la tendenziale completezza delle indagini, la
sostenibilità dell’accusa in giudizio e, con essa, l’effettiva, potenziale, utilità del
dibattimento”.
Non è ovviamente irrilevante se, all’udienza preliminare, emergono prove che,
in dibattimento, potrebbero ragionevolmente condurre all’assoluzione dell’imputato,
ma il proscioglimento deve essere, dal giudice dell’udienza preliminare, pronunziato
solo se ed in quanto questa situazione di innocenza sia ritenuta non superabile in
dibattimento dall’acquisizione di nuove prove o da una diversa e possibile
rivalutazione degli elementi di prova già acquisiti (Sentenza n. 10849 del 12/01/2012
cit.; Sez. 4, n. 43483 del 06/10/2009, Pontessilli, Rv. 245464).
Quindi, il quadro probatorio e valutativo delineatosi all’udienza preliminare
deve essere ragionevolmente ritenuto immutabile. Il giudice dell’udienza preliminare,
dunque, ha il potere di pronunziare la sentenza di non luogo a procedere in tutti quei
casi nei quali non esista una prevedibile possibilità che il dibattimento possa invece
pervenire ad una diversa soluzione.
Pertanto, l’insufficienza e la contraddittorietà degli elementi, che legittimano
la pronunzia della sentenza di non luogo a procedere, ai sensi dell’art. 425 cod. proc.
pen., comma 3, devono avere caratteristiche tali da non poter essere
ragionevolmente considerate superabili nel giudizio.
In definitiva, a meno che ci si trovi in presenza di elementi palesemente
insufficienti per sostenere l’accusa in giudizio per l’esistenza di prove positive di
innocenza o per la manifesta inconsistenza di quelle di colpevolezza, la sentenza di
non luogo a procedere non è consentita quando l’insufficienza o contraddittorietà
degli elementi acquisiti siano superabili in dibattimento.
Ebbene, nel caso di specie, la sentenza del GUP di Santa Maria Capua Vetere,
si è discostata dagli esposti principi di diritto perché ha in sostanza compiuto un vero
e proprio accertamento di innocenza della D’Ambra sostanzialmente sulla base di un

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di anticipata verifica della innocenza-colpevolezza dell’imputato, poiché la

unico elemento (la dichiarazione del Decimo sul buon esito del rapporto documentato
dai due assegni consegnatigli dal Guadagno come ricompensa per l’attività di
intermediazione prestata), senza invece prevedere minimamente in esame la
possibilità, per il giudice del dibattimento, di pervenire ad un accertamento di
responsabilità.
E, così operando, il GUP ha trascurato la prospettiva di delibare in concreto se
risultasse o meno necessario dare ingresso alla successiva fase del dibattimento che
avrebbe potuto consentire all’accusa di fornire quella prova dell’oggettiva inesistenza

Ha dato quindi per scontata l’infondatezza dell’accusa e l’insuscettibilità di
sviluppi ulteriori, senza considerare invece che il dibattimento avrebbe potuto portare
ad approfondire le dichiarazioni del Guadagno, a verificare in concreto se i lavori
erano stati eseguiti e l’eventuale esistenza di provvedimenti autorizzativi, a verificare
l’oggetto sociale della Gio.Car in relazione agli specifici lavori fatturati, ad
approfondire il ruolo rivestito dal Decimo nella vicenda, a verificare chi fossero i
soggetti che materialmente avevano eseguito i lavori e ad approfondire le modalità di
pagamento del consistente importo di €. 350.000,00.
Tutti questi elementi – come correttamente osserva il ricorrente – avrebbero
potuto formare oggetto di approfondimento in sede dibattimentale e pertanto si
rende necessario l’annullamento della sentenza ed un nuovo esame da parte del
giudice di rinvio sulla scorta dei criteri sopra enunciati.
P.Q.M.
annulla la sentenza impugnata con rinvio al Tribunale di Santa MariaCP
Così deciso in Roma, il 5.5.2015.

Vetere.

delle operazioni poste a base delle fatture indicate nel capo di accusa.

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