Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 35788 del 25/06/2014
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35788 Anno 2014
Presidente: DI VIRGINIO ADOLFO
Relatore: PAOLONI GIACOMO
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
MIHO NERITAN N. IL 18/01/1980
avverso la sentenza n. 1327/2011 TRIBUNALE di TREVISO, del
03/07/2013
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO PAOLONI;
Data Udienza: 25/06/2014
R.G. n.
7i211
c. c.: 25-6-14
L’imputato ricorre per cassazione avverso la sentenza indicata in
epigrafe, con la quale,t é stata applicata la pena concordata con il
Pubblico Ministero ai sensi dell’art. 444 c.p.p.
Lamenta la violazione dell’art. 129 c.p.p. nonché la mancanza ed
illogicità della motivazione, in quanto dagli atti del procedimento
sarebbe emerso con evidenza che ricorrevano le condizioni per la sua
assoluzione.
Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per assoluto
difetto di specificità dei motivi addotti a sostegno. Il ricorrente, in
vero, pur dolendosi della insufficienza delle argomentazioni poste alla
base della decisione impugnata, non indica in alcun modo le ragioni
per le quali, in presenza di una richiesta di applicazione della pena da
lui proveniente, che presupponeva la rinuncia implicita a qualsiasi
questione sulla colpevolezza, il Giudice avrebbe dovuto nondimeno
disattendere tale richiesta e pervenire ad una decisione di
proscioglimento basata sull’evidenza della insussistenza del fatto,
della sua mancata commissione da parte dell’imputato, della presenza
di cause di giustificazione, dell’insussistenza dell’elemento soggettivo
o in genere della sua inidoneità ad integrare gli estremi del reato
contestato.
Alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso consegue la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali ed al
versamento della somma di euro millecinquecento, determinata in
considerazione della natura del provvedimento impugnato, in favore
della Cassa delle Ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al
pagamento delle spese processuali ed al versamento della somma di
euro millecinquecento in favore della Cassa delle Ammende.
Così deciso in Roma, in data 25-6-14.
FATTO E DIRITTO