Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 34860 del 10/06/2014


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 34860 Anno 2014
Presidente: CARMENINI SECONDO LIBERO
Relatore: RAGO GEPPINO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
BEATINI DANIELE N. IL 17/01/1976
avverso la sentenza n. 2130/2011 CORTE APPELLO di GENOVA, del
29/02/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GEPPINO RAGO;

Data Udienza: 10/06/2014

1. Con sentenza in data 29/02/2012, la Corte di Appello di Genova
confermava la sentenza pronunciata in data 07/10/2010 con la quale il
tribunale di La Spezia, aveva ritenuto BEATINI Daniele responsabile del
delitto di truffa ai danni di Valerio Luana.

difensore, ha proposto ricorso per cassazione deducendo la VIOLAZIONE
DELL’ART. 640 COD. PEN. sotto il profilo che, essendo il mezzo ingannatorio

eccessivamente grossolano, non avrebbe potuto essere considerato
artificio o raggiro.

3. Il ricorso è manifestamente infondato.
La censura, infatti, riproposta con il presente ricorso, va ritenuta
null’altro che un modo surrettizio di introdurre, in questa sede di
legittimità, una nuova valutazione di quegli elementi fattuali già
ampiamente presi in esame dalla Corte di merito la quale – nel prendere
in esame i medesimi motivi di doglianza dedotti con il presente ricorso con motivazione logica, priva di aporie e del tutto coerente con gli
indicati elementi probatori, ha disatteso la tesi difensiva puntualmente
applicando la giurisprudenza di questa Corte di legittimità.
Alla declaratoria di inammissibilità consegue, per il disposto
dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese
processuali, nonché al versamento in favore della Cassa delle Ammende
di una somma che, ritenuti e valutati i profili di colpa emergenti dal
ricorso, si determina equitativamente in C 1.000,00.
P.Q.M.
DICHIARA
Inammissibile il ricorso e
CONDANNA
Il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di C
1.000,00 in favore della Cassa delle Ammende
Roma 10/06/2014

2. Avverso la suddetta sentenza, l’imputato, a mezzo del proprio

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