Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 34834 del 14/07/2014


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Penale Sent. Sez. 4 Num. 34834 Anno 2014
Presidente: ZECCA GAETANINO
Relatore: DELL’UTRI MARCO

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
Visco Luca n. il 30.10.1981
avverso l’ordinanza n. 1131/2014 pronunciata dal Tribunale della libertà di Torino il 24.2.2014;
sentita nella camera di consiglio del 14.7.2014 la relazione fatta dal
Cons. dott. Marco Dell’Utri;
sentito il Procuratore Generale, in persona del dott. A.P. Pompeo, che
ha concluso per il rigetto del ricorso;
udita per il ricorrente l’avv.to P. Asta del foro di Roma, che ha concluso per l’accoglimento del ricorso.

Data Udienza: 14/07/2014

Ritenuto in fatto
i. – Con ordinanza in data 24.2.2014, il tribunale della libertà
di Napoli ha confermato il provvedimento in data 30.1.2014 con il
quale il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Torre
Annunziata ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere
nei confronti di Luca Visco, in relazione alla prospettata commissione, da parte dello stesso, del reato di associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di furti, nonché a specifici episodi di furto
aggravato.
Avverso il provvedimento del tribunale della libertà, ha proposto ricorso per cassazione il Visco, censurando la misura impugnata
per violazione di legge e vizio di motivazione in relazione al tema
concernente l’adeguatezza della misura cautelare della custodia in
carcere, essendo i giudici del merito incorsi in evidenti vizi di travisamento del contenuto degli atti processuali, avendo erroneamente
affermato, al fine di attestare l’elevato livello di trasgressività dell’indagato, che quest’ultimo fosse gravato da diversi precedenti
penali e che lo stesso avesse commesso ulteriori reati dopo l’arresto
in flagranza del 13 marzo 2013 in Salerno.
Considerato in diritto
2. – Il ricorso è infondato.
Osserva il collegio, come il tribunale della libertà di Napoli abbia fondato il giudizio circa l’adeguatezza della misura della custodia
cautelare in carcere, al fine di fronteggiare il periculum libertatis ravvisato a carico del ricorrente, sul presupposto “dell’elevata trasgressività” dello stesso: giudizio in primo luogo fondato – di là dell’esattezza
dei rilievi relativi ai precedenti penali e ai carichi pendenti dell’indagato o della prosecuzione della sua attività criminale successivamente
all’arresto del 13 marzo 2013 (elementi richiamati in chiave rafforzativa dal giudice a quo) – sulla base della rilevantissima quantità degli
episodi criminosi in relazione ai quali sono stati acquisiti gravi elementi indiziari a carico del Visco, episodi tutti consumati in attuazione del programma criminoso della compagine associativa di cui il Visco è risultato (alla stregua del giudizio della gravità indiziaria contestualmente espresso) costituire parte integrante.
In forza di tali premesse, deve ritenersi che il giudizio riferito
all’adeguatezza della misura cautelare applicata all’indagato sia stato

2

3

Per questi motivi
La Corte Suprema di Cassazione, rigetta il ricorso e condanna
il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
La Corte dispone inoltre che copia del presente provvedimento
sia trasmesso al direttore dell’istituto penitenziario competente perché provveda a quanto stabilito dall’art. 94 c. 1-ter disp. att. del c.p.p..
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 14.7.2014.

tracciato dal tribunale della libertà (sulla scia del provvedimento del
giudice di prime cure) attraverso l’elaborazione di un discorso giustificativo ricavabile in termini sufficientemente univoci dal contesto
complessivo del provvedimento impugnato e in guisa tale da apparire
dotato di una misura di piena coerenza logica e di linearità argomentativa.

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