Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 34741 del 07/06/2013
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34741 Anno 2013
Presidente: SQUASSONI CLAUDIA
Relatore: MULLIRI GUICLA
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
Guida Raffaele, nato a Napoli il 10.12.56
imputato art. 291 bis D.P.R. 43/73
avverso la sentenza del Tribunale di Udine del 13.2.12
Sentita la relazione del cons. Guida Mùlliri;
Letta la richiesta del P.G. che ha concluso per l’inammissibilità del ricorso;
osserva
Con il provvedimento impugnato, al ricorrente è stata applicata la pena di anni mesi 10
e giorni 20 di reclusione e 44.000 € di multa in ordine al reato di cui all’art. 291 bis D.P.R.
43/73.
Con il ricorso ci si duole del fatto che il giudice non abbia motivato in ordine al mancato
riconoscimento delle attenuanti generiche.
Il ricorso è manifestamente infondato e, quindi inammissibile.
Il giudice, infatti, come era suo preciso compito, non ha fatto altro che verificare la
giustezza dell’accordo sottopostogli dalle parti ed applicare la relativa pena da essi concordata
(e che non prevedeva il riconoscimento delle attenuanti generiche).
Questa Corte (sez. VI 10.4.03, Valetta, Rv. 228405; conf. Rv. 232844 e 233369), del resto, in tema di
patteggiamento, ha già affermato che “una volta che l’accordo tra le parti sia stato ratificato
dal giudice con la sentenza di applicazione della pena, non è consentito, fuori dai casi di
Data Udienza: 07/06/2013
palese incongruenza, censurare il provvedimento in punto di qualificazione giuridica del
fatto e di ricorrenza delle circostanze, neppure sotto il profilo della mancanza di
motivazione, ricorrendo in proposito un dovere di specifica argomentazione solo per il caso che
l’accordo abbia presupposto una modifica dell’imputazione originaria”.
Alla presente declaratoria segue, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento
delle spese processuali ed al versamento alla Cassa delle Ammende della somma di 1500 C.
Visti gli artt. 610 e ss. c.p.p.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali
ed al versamento alla Cassa delle Ammende della somma di 1500 C.
Così deciso in Roma nell’udienza del 7 giugno 2013
Il Pre idente
P.Q.M.