Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 29841 del 24/04/2015


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Penale Sent. Sez. 5 Num. 29841 Anno 2015
Presidente: VESSICHELLI MARIA
Relatore: DE MARZO GIUSEPPE

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D’APPELLO DI
CATANZARO
nei confronti di:
CALIO’ ALFREDO N. IL 13/11/1977
avverso la sentenza n. 31/2013 GIUDICE DI PACE di BORGIA, del
23/05/2014
visti gli atti, la sentenza e il ricorso
udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/04/2015 la relazione fatta dal
Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott.
che ha concluso per A’a–AA

Udito, pe a parte civile, l’Avv
Udit i difensor Avv.

Data Udienza: 24/04/2015

Ritenuto in fatto

1. Con sentenza del 23/05/2014 il giudice di pace di Borgia ha assolto Alfredo

Caliò, perché il fatto non sussiste, dal reato di lesioni contestato come commesso
in danno di Vasile Breahna.
Il giudice ha sottolineato alcune contraddizioni emerse nel corso dell’esame della
persona offesa, la mancanza di congruenza tra le dichiarazioni di quest’ultima e
la deposizione di altri testi e, infine, il fatto che, avendo il Breahna riferito che il
fatto era avvenuto intorno alle 11, mentre la certificazione medica attestava

persona offesa e della teste Stamatin, secondo i quali il ricorso ai sanitari era
avvenuto nell’immediatezza dei fatti.
2. Propone ricorso per cassazione il Procuratore generale presso la Corte
d’appello di Catanzaro, lamentando vizi motivazionali, per avere il giudice di pace
trascurato di considerare la compatibilità delle lesioni riferite con le risultanze del
referto medico e valorizzato una contraddizione, rispetto agli orari del riferito
ricorso alle cure sanitarie, in realtà insussistente, dal momento che né la persona
offesa né la Stamatin avevano mai indicato quanto tempo era trascorso tra
l’aggressione e l’accesso al Pronto Soccorso.
Considerato in diritto

1. Il ricorso è inammissibile, dal momento che si concentra sulla questione
dell’orario dell’accesso della persona offesa al Pronto Soccorso, peraltro
attraverso la valorizzazione di frammenti delle deposizioni che non consentono di
ricostruire il contesto espositivo, ma trascura completamente di esaminare le
incongruenze colte dal giudice di pace nelle diverse versioni fornite dalla persona
offesa e nel rapporto tra le dichiarazioni di quest’ultima e quelle degli altri
testimoni (per es., a proposito dell’esistenza di minacce formulate dall’imputato
prima della aggressione, del numero di volte in cui l’imputato gli si sarebbe
avvicinato, mentre era seduto al bar, della stessa visibilità del luogo in cui
l’aggressione era avvenuta rispetto al luogo in cui si trovavano gli amici della
persona offesa).
Ne discende che la critica non investe l’intero apparato motivazionale e, in
definitiva, non riesce a dimostrare la manifesta illogicità del percorso
argomentivo con il quale il giudicante ha giustificato l’esistenza di ragionevoli
dubbi sulla responsabilità dell’imputato.
P.Q.M.

Dichiara inammissibile il ricorso del RG.

Così deciso in Roma il 24/04/2015

JarUA …br-UAN?

l’intervento intorno alle 16, ne sarebbe risultata smentita la dichiarazione della

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