Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 2906 del 17/10/2013


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Penale Sent. Sez. 5 Num. 2906 Anno 2014
Presidente: FERRUA GIULIANA
Relatore: OLDI PAOLO

SENTENZA

sul ricorso proposto dal
Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Trieste
nel procedimento nei confronti di
Pineto Moreno, nato a Cividale del Friuli il 30/07/1970

avverso la sentenza del 19/06/2012 del Giudice di pace di San Daniele del Friuli

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Paolo Oldi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Angelo
Di Popolo, che ha concluso chiedendo l’annullamento con rinvio al giudice di pace
competente.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 19 giugno 2012 il giudice di pace di San Daniele del
Friuli ha assolto Moreno Pineta dalle imputazioni di lesione volontaria e ingiuria ai
danni di Emanuele Forese, con la formula «per non aver commesso il fatto».

Data Udienza: 17/10/2013

1.1. Secondo l’accusa il Pineto aveva aggredito con calci e pugni il Forese,
definendolo «bastardo», per avere costui sorpassato il proprio autoveicolo.
1.2. Ha ritenuto il giudicante che, sebbene l’aggressore avesse
espressamente dichiarato di chiamarsi Moreno Pineto e fosse alla guida di una
vettura intestata alla convivente dell’imputato, non vi fossero prove certe della
sua identità, tali da superare il ragionevole dubbio.

2. Ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore Generale presso la

al di fuori di ogni logica, a fronte degli elementi acquisiti, il dubbio che l’aggressore potesse identificarsi in persona diversa dall’imputato.

CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Il ricorso è fondato e merita accoglimento.
1.1. Il giudice di pace ha tratto dall’istruzione dibattimentale la certezza che
l’episodio di illecita aggressione – materiale e verbale – ai danni di Emanuele
Forese si fosse effettivamente svolto con le modalità descritte dal querelante.
Quanto all’identità dell’aggressore, gli elementi ricavati dal materiale probatorio
e utilizzati al fine della decisione sono consistiti: nell’essere stato l’autore
dell’aggressione alla guida di un’autovettura intestata alla convivente dell’odierno
imputato; nell’avere quella stessa persona espressamente dichiarato di chiamarsi
Moreno Pineto.
1.2. A fronte di tali convergenti e significativi elementi di prova, il giudice
non poteva motivare la pronuncia assolutoria in base a un «ragionevole dubbio»
apoditticamente espresso senza alcuna specifica giustificazione, ma avrebbe
dovuto spiegare quali ragioni compromettessero, a suo avviso, la capacità
dimostrativa dei descritti elementi e quale ipotesi alternativa egli ritenesse
ragionevolmente contrapponibile a quella posta a fondamento dell’accusa.

2. In mancanza di tali specificazioni, il vuoto motivazionale che ne deriva
inficia la sentenza impugnata e ne comporta l’annullamento con rinvio, per
nuovo esame, allo stesso giudice di pace di San Daniele del Friuli (il quale
giudicherà in persona di altro magistrato onorario).

P.Q.M.

Annulla la sentenza impugnata con rinvio al giudice di pace di San Daniele
del Friuli per nuovo esame.

2

d

Corte d’Appello di Trieste, affidandolo a un solo motivo. Con esso sostiene essere

Così deciso il 17/10/2013.

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