Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 27913 del 10/02/2016


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Penale Sent. Sez. 5 Num. 27913 Anno 2016
Presidente: LAPALORCIA GRAZIA
Relatore: SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE
DI SASSARI
nei confronti di:
NJIE AMADOU N. IL 12/05/1994
avverso l’ordinanza n. 1242/2015 TRIBUNALE di SASSARI, del
21/07/2015
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO VITTORIO
STANISLAO SCARLINI;
lette/ sentite le conclusioni del PG Dott.

Udit i difensor Avv ;

Data Udienza: 10/02/2016

RITENUTO IN FATTO
1 – Con ordinanza del 21 luglio 2015 il Tribunale di Sassari non convalidava
l’arresto di Njie Amadou in ordine al delitto previsto dagli artt. 582 e 585 cod.
pen. ai danni di Ebhooimhen Jackson, difettando il requisito della flagranza o
della quasi flagranza, posto che, avvisati gli operanti che, nel centro di
accoglienza di Palrnadula, si era verificato un accoltellamento, costoro
sopraggiungevano, e, vista l’ambulanza, già arrivata sul posto, che aveva
caricato il ferito, ricevevano da questi l’indicazione che il suo feritore era

Il giudice non riteneva che vi fosse la flagranza perché il fatto non era stato
percepito direttamente dagli operanti e non vi era la quasi flagranza perché
l’indagato non era stato sorpreso con cose o tracce dalle quali dedurre che egli
avesse, immediatamente prima, commesso il fatto.
Il Giudice applicava all’indagato la misura coercitiva del divieto di dimora in
Pa lmad u la.
2 – Propone ricorso il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Sassari deducendo la violazione degli artt. 382 cod. proc. pen. e 3 Cost., in
considerazione del fatto che, per costante giurisprudenza di legittimità, sussiste
lo stato di quasi flagranza laddove la polizia giudiziaria abbia proceduto
all’arresto in esito a ricerche immediatamente poste in essere non appena avuta
notizia del reato, come era accaduto nel caso di specie, nel quale gli agenti
avevano scorto l’indagato, l’avevano condotto alla presenza della persona offesa
e questi l’aveva riconosciuto come l’autore del fatto.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è infondato.
Le Sezioni unite della Corte, con sentenza del 24 novembre 2015, della
quale esiste, ad oggi, la sola informazione provvisoria, hanno risposto in senso
negativo al quesito posto da questa Sezione, se possa procedersi all’arresto di
chi, immediatamente dopo il fatto, ne sia stato individuato come l’autore sulla
base delle informazioni fornite dalla vittima o da terzi.
L’informazione provvisoria consente di concludere che il Supremo collegio ha
adottato una interpretazione letterale e restrittiva del concetto di quasi flagranza
che pertanto sussiste, come afferma l’art. 382 cod. proc. pen., solo quando la
persona sia sorpresa con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia
commesso il reato immediatamente prima e non sussiste, quindi, quando egli
venga individuato in base alle indicazione della vittima o di terzi immediatamente
dopo il fatto.

l’indagato, presente nei pressi. E lo traevano in arresto.

Nell’odierna fattispecie l’indagato non è stato sorpreso con tracce e cose
attinenti al reato ma è stato individuato come l’autore del medesimo solo grazie
all’indicazione della persona offesa.
Non si poteva pertanto procedere al suo arresto non sussistendo lo stato di
quasi flagranza.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso.

Così deciso in Roma il 10/02/2016.

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