Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 27500 del 08/04/2013

Penale Ord. Sez. 7 Num. 27500 Anno 2013
Presidente: GRASSI ALDO
Relatore: DUBOLINO PIETRO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
LAACHIRA SALAH EDDINE N. IL 25/06/1979
avverso la sentenza n. 3221/2011 CORTE APPELLO di BRESCIA, del
15/03/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIETRO DUBOLINO;

Data Udienza: 08/04/2013

CONSIDERATO IN DIRITTO:
– che il ricorso va dichiarato inammissibile, in quanto:
a) con riguardo al primo motivo, lo stesso, nel riproporre l’analoga doglianza già
sottoposta all’attenzione del giudice d’appello, passa del tutto sotto silenzio la più che
valida risposta contenuta nell’impugnata sentenza, ove si pone in luce come la chiave
adoperata dall’imputato non fosse quella originale, ma fosse stata adattata, tanto da poter funzionare come quella originale, mediante l’uso di un’apparecchiatura che la
metteva in grado di “ricevere gli impulsi ed i codici utili all’accensione
dell’autoveicolo”; e ciò senza considerare che, secondo un principio più volte
affermato da questa Corte e mai contraddetto, l’aggravante in questione sussiste
anche nel caso in cui l’agente si avvalga di una chiave vera di cui non abbia il
legittimo possesso (ved. in tal senso, fra le altre: Cass. II, 23 settembre — 9 novembre
2005 n. 40793, Carcigli ed altri, RV 232523; Cass. II, 4 giugno — 30 ottobre 1982 n.
10309, Spinelli, RV 155907; Cass. II, 15 luglio 1980 — 17 gennaio 1981 n. 232,
Minelli, RV 147310)
b) con riguardo al secondo motivo, lo stesso in altro non consiste se non
nell’espressione di un soggettivo dissenso rispetto alla valutazione operata dal
giudice di merito, da riguardarsi, quest’ultima, come del tutto incensurabile in questa
sede, avendo il detto giudice correttamente ritenuto che l’imputato, a cagione dei suoi,,
precedenti, anche specifici, come pure a cagione della sua mancata collaborazione,
non fosse meritevole delle invocate attenuanti generiche;
– che la ritenuta inammissibilità del ricorso comporta le conseguenze di cui all’art.
616 c.p.p., ivi compresa, in assenza di elementi che valgano ad escludere ogni profilo
di colpa, anche l’applicazione della prescritta sanzione pecuniaria, il cui importo
stimasi equo fissare in euro mille;
P. Q. M

RILEVATO IN FATTO:
– che con l’impugnata sentenza fu confermata la condanna di tale LAACHIRA
Salah Eddine alla pena di mesi sei di reclusione ed euro 200 di multa per il reato di
tentato furto aggravato di un’autovettura;
– che avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione la difesa
dell’imputato, denunciando violazione di legge e vizio di motivazione:
1) in ordine alla ritenuta sussistenza dell’aggravante di cui all’art. 625 n. 2 c.p.,
sull’assunto che la chiave adoperata per commettere il tentativo di furto non sarebbe
stata una chiave alterata, ma una chiave originale, risultata identica a quella di cui
disponeva la persona offesa;
2) in ordine alla mancata concessione delle attenuanti generiche, non giustificata — si
sostiene — dalla sola presenza dei precedenti gravanti sull’imputato, attesa la risalenza
di questi agli anni compresi tra il 2000 ed il 2004;

La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle
spese del procedimento nonché al versamento della somma di euro mille alla cassa
delle ammende.
Così deci
n 1 1 ma ‘8 aprile 2013