Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 27492 del 19/05/2016
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27492 Anno 2016
Presidente: ROTUNDO VINCENZO
Relatore: CAPOZZI ANGELO
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
SALVAGGIO ALESSANDRO N. IL 04/07/1974
avverso la sentenza n. 487/2013 CORTE APPELLO di
CALTANISSETTA, del 02/12/2014
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;
Data Udienza: 19/05/2016
34063/15
MOTIVI DELLA DECISIONE
Il ricorrente deduce:
Violazione di legge in relazione al mancato riconoscimento dell’attenuante di cui all’art.
89 c.p.. in relazione al reato di evasione per il pregresso riconoscimento della sua
parziale incapacità di intendere e di volere essendo affetto da disturbo depressivo
maggiore.
Violazione di legge e vizio della motivazione in relazione alla affermazione di
responsabilità per il reato di cui all’art. 337 c.p. con particolare riguardo all’elemento
soggettivo e con riferimento alle cennate condizioni psico-patologiche.
Violazione di legge ed omessa motivazione in ordine alla chiesta rideterminazione della
pena nel minimo edittale.
Il ricorso è inammissibile perchè generico rispetto alla motivazione che, priva di vizi logici e
giuridici, da un lato, ha rigettato la deduzione difensiva fondata sulla asserita parziale
incapacità di intendere e di volere,dall’altro, ha confermato la pena inflitta in primo grado, con
la quale non si confronta.
All’inammissibilità dell’impugnazione segue, come per legge, la condanna del ricorrente al
pagamento delle spese processuali ed al versamento di una somma in favore della cassa delle
ammende, che stimasi equo quantificare in euro 2.000,00.
P. Q. M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali
e della somma di Euro 2.000,00 in favore della cassa delle ammende.
Roma, 19.5.2016
L’imputato Alessandro SALVAGGIO ricorre, a mezzo del difensore, contro l’indicata sentenza
della Corte d’Appello di Caltanissetta che ha confermato quella emessa dal Tribunale di Enna in
data 9.10.2012, appellata dallo stesso imputato, dichiarato responsabile in ordine ai reati di cui
agli artt. 385 e 337 c.p.. con condanna a pena di giustizia.