Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 22180 del 17/01/2018
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22180 Anno 2018
Presidente: IZZO FAUSTO
Relatore: CAPPELLO GABRIELLA
sul ricorso proposto da:
VITA CHRISTIAN nato il 25/11/1983 a CARPI
avverso la sentenza del 20/05/2016 del TRIBUNALE di MANTOVA
dato avviso alle parti;
sentita la relazione svolta dal Consigliere GABRIELLA CAPPELLO;
Data Udienza: 17/01/2018
OSSERVA
1. L’imputato VITA Christian propone ricorso contro la sentenza in epigrafe, con
la quale al predetto è stata applicata la pena di mesi due di reclusione ed euro 100,00
di multa, per il delitto di tentato furto aggravato.
proposto per motivi manifestamente infondati ex art. 591, comma 1, lettera c), c.p.p.
Come questa Corte ha ripetutamente affermato (cfr. ex plurimis Cass. S.U. n.
10372 del 27 settembre 1995, Serafino, Rv. 202270), l’obbligo della motivazione della
sentenza di applicazione concordata della pena va conformato alla particolare natura
della medesima. Esso è adempiuto qualora il giudice dia atto, ancorché succintamente,
di aver proceduto alla delibazione degli elementi positivi richiesti (la sussistenza
dell’accordo delle parti, la corretta qualificazione giuridica del fatto, l’applicazione di
eventuali circostanze ed il giudizio di bilanciamento, la congruità della pena, la
concedibilità della sospensione condizionale della pena ove la efficacia della richiesta sia
ad essa subordinata) e di quelli negativi (che non debba cioè essere pronunciata
sentenza di proscioglimento a norma dell’articolo 129 c.p.p.), indirizzo anche
successivamente ribadito (Sez. 1 n. 752 del 27/01/1999, Rv. 212742; Sez. 4 n. 33214
del 02/07/2013, Rv. 256071).
3. Nel caso di specie, il giudice ha richiamato gli atti d’indagine compiuti (ed,
espressamente, la querela della persona offesa e le videoriprese dai quali ha ricavato la
prova della responsabilità dell’imputato).
4.
Segue, a norma dell’articolo 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al
pagamento delle spese del procedimento e della somma di euro 2000,00 in favore della
cassa delle ammende, non emergendo ragioni di esonero (cfr. C. Cost. 186/2000).
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di duemila euro alla cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il giorno 17 gennaio 2018
Il Consigliere estensore
dott.ssa Gabriella Cappello
2. Il ricorso è inammissibile ai sensi dell’art. 606, comma 3, c.p.p., perché