Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 21495 del 16/05/2016
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21495 Anno 2016
Presidente: FIANDANESE FRANCO
Relatore: DIOTALLEVI GIOVANNI
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
CREMASCHI STEFANO nato il 09/03/1970 a AOSTA
avverso la sentenza del 21/10/2015 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
sentita la relazione svolta dal Consigliere DIOTALLEVI GIOVANNI;
Data Udienza: 16/05/2016
RITENUTO IN FATI-0 E IN DIRITTO
La CORTE APPELLO di TORINO, con sentenza in data 21/10/2015, parzialmente riformando la
sentenza pronunciata dal TRIBUNALE di AOSTA, in data 01/07/2014, nei confronti di CREMASCHI
STEFANO confermava la condanna in relazione al reato di cui all’ art. 55 DL n. 231 del 2007 e altro
Propone ricorso per cassazione l’imputato, deducendo il seguente motivo: violazione di legge e vizio
di motivazione con riferimento alla ritenuta responsabilità dell’imputato e ai criteri di dosimetria
della pena..
Tra i requisiti del ricorso per cassazione vi è anche quello, sancito a pena di inammissibilità, della
specificità dei motivi : il ricorrente ha non soltanto l’onere di dedurre le censure su uno o più punti
determinati della decisione impugnata, ma anche quello di indicare gli elementi che sono alla base
delle sue lagnanze.
Nel caso di specie il ricorso è inammissibile perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma
1, lett. c) c.p.p. in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata ampia e
logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non
consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio
sindacato.
Alla inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese
processuali, nonché, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., valutati i profili di colpa nella determinazione della
causa di inammissibilità emergenti dal ricorso (Corte Cost. 13 giugno 2000, n. 186), al versamento
della somma, che ritiene equa, di euro duemila a favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e
della somma di euro duemila alla cassa delle ammende.
Così deci
6/05/2016
Il motivo è manifestamente infondato.