Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 2096 del 17/12/2015


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 2096 Anno 2016
Presidente: CITTERIO CARLO
Relatore: PETRUZZELLIS ANNA

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
SALIMBENI RICCARDO N. IL 03/11/1977
avverso la sentenza n. 3998/2014 CORTE APPELLO di BOLOGNA,
del 13/01/2015
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANNA
PETRUZZELLIS;

Data Udienza: 17/12/2015

Così deciso in Roma, all’udienza del 17 dicembre 2015
Il Presidente

Salimbeni Riccardo propone ricorso avverso la sentenza del 13/01/2015 con la quale la Corte
d’appello di Bologna, ha confermato la sua affermazione di responsabilità in relazione al reato di
cui all’art.337 cod pen.
Nel ricorso si deduce violazione di legge con riferimento alla mancata individuazione degli
elementi costitutivi del reato, in difetto di un legittimo atto di ufficio degli agenti, che, secondo la
prospettazione, non avevano titolo per condurlo in caserma per l’identificazione, circostanza che
non consentiva l’individuazione delle condizioni essenziali per la sussistenza del reato.
Il ricorso è inammissibile per manifesta infondatezza, poiché basato sulla riproposizione delle
deduzioni di merito, già superate nella sentenza impugnata, che esamina specificamente la condotta
riguardante la generalizzazione dell’interessato ancora in corso, in quanto avvenuta attraverso
indicazioni non corrette, in assenza dell’esibizione dei documenti.
La sentenza offre compiutamente conto della circostanza che la reazione violenta dell’interessato
alle richieste di esibizione di questi ultimi, intervenendo nel corso di una legittima attività degli
agenti, correttamente risulta qualificata ai sensi del reato contestato, valutazione che il ricorrente
contrasta ignorando lo sviluppo argomentativo della pronuncia impugnata sul punto.
P. Q. M.
La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di € 1.000 (mille) in favore delle Cassa delle ammende.

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