Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 20942 del 26/04/2016


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 20942 Anno 2016
Presidente: PAOLONI GIACOMO
Relatore: CAPOZZI ANGELO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
D’ELIA CESARE N. IL 21/07/19845
avverso la sentenza n. 355/2015 TRIBUNALE di COSENZA, del
06/03/2015
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Data Udienza: 26/04/2016

36184/15 RG
Motivi della decisione

Con la sentenza indicata in epigrafe il Tribunale di Cosenza ha applicato a D’ELIA Cesare, ai
sensi dell’art. 444 cod. proc. pen., la pena concordata per i reati di cui agli artt. 385 c.p. e 697
c.p.

Tanto premesso, si osserva che l’impugnazione si rivela inammissibile perché proposta al di
fuori dei casi consentiti, atteso che il giudice, nell’applicare la pena concordata, si è conformato
– con motivazione che il ricorrente non attinge in alcun modo – alle indicazioni di questa Corte
regolatrice e, adeguandosi a quanto contenuto nell’accordo tra le parti ed esplicitando
l’effettuazione dei controlli a lui demandati, ha soddisfatto in maniera adeguata all’obbligo di
motivazione, calibrato in rapporto alla speciale natura dell’accertamento in sede di applicazione
della pena su richiesta delle parti (Cass. Sez. U del 27/03/1992, Di Benedetto; Sez. U del
27/09/1995, Serafino; Sez. U del 25/11/1998, Messina), motivando la insussistenza delle
condizioni di cui all’art. 129 c.p.p. sulla base delle emergenze in atti analiticamente valutate.
Non si evidenziano in sentenza i presupposti che ictu °cui/ giustifichino la ipotesi ex art. 131bis
c. p.
All’inammissibilità dell’impugnazione segue, come per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali ed al versamento di una somma in favore della cassa delle
ammende, che stimasi equo quantificare in euro 1.500,00 (millecinquecento).
P. Q. M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali
e della somma di Euro 1.500,00 (millecinquecento) in favore della cassa delle ammende.
Roma, 26.4.2016
Il consigliere estensore
Angelo Capozz”

Il Pres ente

(

Contro la sentenza ha proposto ricorso per cassazione l’imputato, a mezzo del difensore,
deducendo vizio della motivazione in relazione alla esclusione delle ipotesi di cui all’art. 129
c.p.p.; in via subordinata, chiede riconoscersi la particolare tenuità del fatto, in ragione della
sopravvenuta introduzione della relativa ipotesi quale norma più favorevole.

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