Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 18760 del 05/12/2014


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Penale Sent. Sez. 5 Num. 18760 Anno 2015
Presidente: DUBOLINO PIETRO
Relatore: DE BERARDINIS SILVANA

SENTENZA

sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D’APPELLO DI
NAPOLI
nei confronti di:
PALERMO GIUSEPPINA N. IL 20/03/1974
avverso la sentenza n. 102/2010 GIUDICE DI PACE di PORTICI, del
30/10/2012
visti gli atti, la sentenza e il ricorso
udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/12/2014 la relazione fatta dal
Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS
Udito il Procuratore Generale in persona de I ott.
che ha concluso per j
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Udito, per la parte civilel’Avv
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Data Udienza: 05/12/2014

CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso va dichiarato inammissibile, in quanto le proposte doglianze si
appalesano, nella sostanza, del tutto assertive e generiche, essendosi il ricorrente
Ufficio limitato – con riferimento, in particolare, a quella che appare, nella
fattispecie, la questione essenziale, e cioè la sussistenza o meno della prova che
l’espressione di cui all’imputazione fosse stata effettivamente diretta al carabiniere
Patruno – alla pura e semplice affermazione, priva di qualsivoglia supporto
argomentativo, che “entrambe le testimonianze” (vale a dire quelle di Strippoli e
Maugeri) “concordano nell’affermazione che la frase è rivolta al Patruno”; e ciò a
fronte, per converso, della specifica, puntuale e non manifestamente illogica
motivazione (insuscettibile, come tale, di sindacato in questa sede di legittimità),
sulla base della quale il giudice di merito, riportando ampi stralci delle suddette
testimonianze, era giunto alla conclusione che esse non confortassero adeguatamente
l’ipotesi accusatoria, a sostegno della quale non appariva, d’altro canto, sufficiente la
deposizione della persona offesa, non perché sospettabile di mendacio ma solo perché
basata su di una percezione che, proprio alla luce delle altre acquisite risultanze
probatorie, avrebbe potuto essere errata.
P. Q. M.
Rigetta il ricorso.
Così deciso in Roma, il 5 dice bre
Il Consigliere relatore

RILEVATO IN FATTO
Con l’impugnata sentenza il giudice di pace di Portici mandò assolta PALERMO
Giuseppina dal reato di ingiuria in danno del carabiniere Patruno Savino all’indirizzo
del quale, secondo l’accusa, la donna aveva rivolto l’espressione: “E’ arrivato lo
scemo del villaggio”.
A sostegno di tale decisione il giudice aveva, nell’essenziale, ritenuto che non fosse
stata acquisita la prova certa che la suddetta espressione fosse stata effettivamente
rivolta al Patruno, come da quest’ultimo ritenuto ed esposto in querela, essendo
emersi, al riguardo, elementi di dubbio dalle dichiarazioni degli altri due militari,
presenti al fatto, Strippoli Giuseppe e Maugeri Carmelo, il primo dei quali era, in quel
momento, intento a ricevere una denuncia di furto da parte della stessa imputata,
all’uopo recatasi in caserma; dichiarazioni, quelle anzidette, dalle quali, oltre a taluni
elementi di discrasia rispetto a quelle del Patruno, era risultato anche che i due testi
avevano avuto la sensazione che l’espressione in questione fosse rivolta ad un
parente della donna.
Avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione la locale procura
generale della Repubblica, sostenendo, in sintesi e nell’essenziale, che il giudice di
pace avrebbe indebitamente valorizzato, in funzione assolutoria, i pretesi contrasti
tra le dichiarazioni della persona offesa e quelle degli altri due testi, trascurando la
oggettiva concordanza di tutte le suddette dichiarazioni sul nucleo essenziale del
narrato, ivi compresa la direzione dell’espressione in questione al Patruno.

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