Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 12108 del 30/09/2013


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 12108 Anno 2014
Presidente: SIOTTO MARIA CRISTINA
Relatore: CASSANO MARGHERITA

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
CAPUTI AVEIGA CHRISTIAN ATANACIO N. IL 02/06/1979
avverso l’ordinanza n. 3199/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di
MILANO, del 09/10/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA
CASSANO;

Data Udienza: 30/09/2013

Ritenuto in fatto.

Il 9 ottobre 2012 il Tribunale di Sorveglianza di Milano rigettava il reclamo
proposto da Caputi Aveiga Christian Atanacio avverso il provvedimento di diniego
della liberazione anticipata, per il periodo 17 luglio 2011-16 gennaio 2012, adottato
dal locale Magistrato di sorveglianza, atteso che il detenuto era stato scoperto in
possesso di un oggetto ato ad offendere all’interno del carcere..

Corsaro, il quale lamenta violazione di legge e vizio di motivazione in relazione alle
ragioni poste a base della decisione adottata.
Osserva in diritto.

Il ricorso è manifestamente infondato.
Lo stesso, più che individuare singoli aspetti del provvedimento impugnato da
sottoporre a censura, tende a provocare una nuova, non consentita valutazione delle
circostanze di fatto, in quanto tali insindacabili in sede di legittimità. Il
provvedimento impugnato, peraltro, ha correttamente valutato gli elementi risultanti
agli atti, con motivazione congrua, adeguata e priva di erronea applicazione della
legge penale e processuale.
Alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso consegue di diritto la condanna
del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza elementi atti ad
escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost.
sent. n. 186 del 2000), al versamento a favore della cassa delle ammende di una
sanzione pecuniaria che pare congruo determinare in euro mille, ai sensi dell’ art.
616 c.p.p.

P.Q.M.

Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle
spese processuali e della somma di euro mille in favore della cassa della ammende.
Così deciso in Roma, in camera di consiglio, il 30 settembre 2013.

Avverso tale provvedimento ha proposto ricorso per cassazione personalmente

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