Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 11485 del 06/11/2013


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Penale Ord. Sez. 7 Num. 11485 Anno 2014
Presidente: FOTI GIACOMO
Relatore: IZZO FAUSTO

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:
PINTO COSIMO N. IL 16/05/1963
avverso la sentenza n. 1010/2012 CORTE APPELLO di LECCE, del
19/07/2012
dato avviso alle parti;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FAUSTO IZZO;

Data Udienza: 06/11/2013

OSSERVA
1. Con la sentenza in epigrafe veniva confermata la condanna di PINTO Cosimo per
il delitto di cui all’art. 73 T.U. 309 del 1990 per la detenzione a fini di cessione di gr.
. 305,8 di hashish, nonché per il delitto di cui all’art. 497 ter c.p. (acc. in Ostuni il
6\12\2011). Veniva anche confermata la pena irrogata di anni 3 di reclusione ed C
14.000= di multa, con la diminuente del rito abbreviato.

3. Il ricorso è inammissibile.
Con riguardo alla commisurazione della pena ed al diniego dell’attenuante di cui al V
comma dell’art. 73 TU 309\90, le generiche censure del ricorrente in ordine a pretese
carenze motivazionali della sentenza impugnata risultano manifestamente infondate.
Va ricordato che questa Corte ha più volte ribadito che l’attenuante del fatto di lieve
entità deve essere individuata in base ad un’operazione interpretativa che consenta di
rapportare in modo razionale la pena al fatto, tenendo conto del criterio di
ragionevolezza derivante dall’art. 3 Cost., che impone – tanto al legislatore quanto
all’interprete – la proporzione tra la quantità e la qualità della pena e l’offensività del
fatto (Cass. VI, 4194\95, imp. Salmi Ben, rv. 200797).
Nel caso di specie il giudice di merito, con congrua motivazione, ha evidenziato come
la droga detenuta.fosse di quantità rilevante ed idonea, quindi, al confezionamento di
numerose dosi (638) , così negando il riconoscimento della attenuante.
Tale valutazione della corte distrettuale è esente da censure, tenuto conto degli
orientamenti di questa Corte regolatrice la quale ha affermato che la circostanza
attenuante speciale del fatto
lieve può essere riconosciuta solo in ipotesi di minima
offensività penale della condotta, deducibile sia dal dato qualitativo e quantitativo, sia
dagli altri parametri richiamati dalla disposizione (mezzi, modalità, circostanze
dell’azione), con la conseguenza che, ove venga meno anche uno soltanto degli indici
previsti dalla legge, diviene irrilevante l’eventuale presenza degli altri (Cass. Sez. Un.
21-9-2000, n. 17).
Sulla base di tali ins- • umenti il giudice del merito, a fronte della detenzione di circa
1.4415a
305 g.r lordi di
‘Coerentemente ha ritenuto superate le soglie per ritenere il
fatto di minima offensività. Peraltro, la circostanza che il Pinto sia stato trovato in
possesso di una “contabilità” dello spaccio, correttamente è stata ritenuta dal giudice
di merito indice di non occasionalità della condotta.

n

4. Segue, a norma dell’articolo 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento
delle spese del procedimento ed al pagamento a favore della Cassa delle Ammende,
non emergendo ragioni di esonero, della somma di euro 1000,00 (mille/00), a titolo
di sanzione pecuniaria.
P.Q.M.
La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle
spese processuali e, inoltre, al versamento della somma di euro 1000,00 (mille/00) in
favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 6 novembre 2013
Il Con iglie este ore

2. Propone ricorso per cassazione l’imputato deducendo la violazione di legge e vizio
di motivazione in ordine al mancato riconoscimento della attenuante di cui al V comma
dell’art. 73 cit. ed alla determinazione della pena.

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