Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 9472 del 21/04/2010
Cassazione civile sez. trib., 21/04/2010, (ud. 22/12/2009, dep. 21/04/2010), n.9472
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. ALTIERI Enrico – Presidente –
Dott. D’ALONZO Michele – Consigliere –
Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere –
Dott. DI DOMENICO Vincenzo – Consigliere –
Dott. BISOGNI Giacinto – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso proposto da:
Agenzia delle Entrate, rappresentata e difesa dall’Avvocatura
Generale dello Stato presso cui sono domiciliati in Roma alla Via dei
Portoghesi 12;
– ricorrente –
contro
Fondazione Banca del Monte di Lucca, rappresentata e difesa
dall’avvocato RUSSO Pasquale e con domicilio eletto presso lo studio
dell’avv. Guglielmo Fransoni di Roma Via Bruno Buozzi 102;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 23/21/05 della Commissione tributaria
regionale di Firenze, emessa il 19 marzo 2004, depositata il 16
maggio 2005, R.G. 1627/03;
udito l’avv.to Fransoni per la Fondazione controricorrente;
udito il P.M., Cons. Dott. MARTONE Antonio, che si è riportato alle
conclusioni scritte del 29 aprile 2009;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
22 dicembre 2009 dal Consigliere Dott. Giacinto Bisogni.
Fatto
RILEVATO IN FATTO
Che le ricorrenti amministrazioni impugnano la decisione della CTR della Toscana con la quale è stato riconosciuto il diritto della Fondazione Banca del Monte di Lucca, titolare di partecipazione di controllo nella s.p.a. Banca del Monte di Lucca, al rimborso della quota parte dell’IRPEG versata per l’esercizio 1 ottobre 1997 – 30 settembre 1998 in conseguenza del riconoscimento del diritto alla riduzione del 50% dell’imposizione IRPEG sulla base di una interpretazione della normativa sulle fondazioni bancarie che esclude la loro natura di holdings e in virtù di una valutazione in fatto da parte della C.T.R. che ha ritenuto sussistere, a favore della Fondazione lucchese, i presupposti di cui al D.P.R. n. 601 del 1973, art. 6 e della L. n. 1745 del 1962, art. 10 bis.
Diritto
RITENUTO IN DIRITTO
Che tale decisione della C.T.R. toscana è in palese contrasto con la recente sentenza delle Sezioni Unite di questa Corte n. 1576 del 22 gennaio 2009 secondo cui:
1. gli enti di gestione delle partecipazioni bancarie, quali risultanti dal conferimento delle aziende di credito in apposite società per azioni e gravati dall’obbligo di detenzione e conservazione della maggioranza del relativo capitale ai sensi della L. n. 218 del 1990 ed in base al D.Lgs. n. 356 del 1990, art. 12, a causa del particolare vincolo genetico che le univa alle aziende scorporate, non possono essere assimilati nè alle persone giuridiche di cui alla L. n. 1745 del 1962, art. 10 bis (che perseguono esclusivamente scopi di beneficenza, educazione, istruzione, studio e ricerca scientifica), ai fini della esenzione dal versamento della ritenuta d’acconto sugli utili, nè agli enti ed istituti di interesse generale aventi scopi esclusivamente culturali, di cui al D.P.R. n. 601 del 1973, art. 6, ai fini del riconoscimento della riduzione a metà dell’aliquota sull’IRPEG;
2. la predetta disciplina agevolativa non trova applicazione quanto agli enti considerati nè in via analogica, trattandosi di disposizioni eccezionali, nè in via estensiva, poichè la sua “ratio” va ricercata nella esclusività e tipicità del fine sociale previsto per ciascun ente, individuato in maniera tassativa quale già esistente al momento dell’entrata in vigore delle predette norme;
3. la successiva disciplina di riforma del sistema creditizio, nell’attribuire a tali enti, ai sensi del D.Lgs. n. 153 del 1999, art. 12, ed ove si siano adeguati alle nuove prescrizioni, la qualifica di fondazioni con personalità giuridica di diritto privato, così estendendo ad essi il regime tributario proprio degli enti non commerciali, D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, ex art. 87, comma 1, lett. c) (T.U.I.R.), non ha assunto valenza interpretativa, e quindi efficacia retroattiva, avendo essa previsto adempimenti collegati all’attuazione della riforma stessa, senza influenza sui periodi precedenti;
4. ne consegue l’esistenza di una presunzione di esercizio di impresa bancaria in capo ai soggetti che, in relazione all’entità della partecipazione al capitale sociale, sono in grado di influire sull’attività dell’ente creditizio e, dall’altro, la possibile fruizione dei predetti benefici, per gli enti considerati, solo a seguito della dimostrazione, di cui sono onerati secondo il comune regime della prova ex art. 2697 cod. civ., di aver in concreto svolto un’attività, per l’anno d’imposta rilevante, del tutto differente da quella prevista dal legislatore, dunque un’attività di prevalente o esclusiva promozione sociale e culturale anzichè quella di controllo e governo delle partecipazioni bancarie e sempre che il relativo tema sia stato introdotto nel giudizio secondo le regole proprie del processo tributario, ovverosia mediante la proposizione di specifiche questioni nel ricorso introduttivo, non incombendo all’Amministrazione finanziaria l’onere di sollevare in proposito precise contestazioni;
ritenuto che pertanto il ricorso deve essere accolto con conseguente cassazione della decisione impugnata e decisione nel merito di rigetto del ricorso introduttivo del giudizio;
ritenuto che sussistono giusti motivi in relazione al recente consolidarsi della giurisprudenza di legittimità per compensare le spese dell’intero giudizio.
PQM
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e decidendo nel merito rigetta il ricorso introduttivo del giudizio. Compensa le spese processuali dell’intero giudizio.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 22 dicembre 2009.
Depositato in Cancelleria il 21 aprile 2010