Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 9412 del 21/04/2010

Cassazione civile sez. lav., 21/04/2010, (ud. 24/02/2010, dep. 21/04/2010), n.9412

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE LAVORO

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BATTIMIELLO Bruno – Presidente –

Dott. D’AGOSTINO Giancarlo – Consigliere –

Dott. LA TERZA Maura – Consigliere –

Dott. TOFFOLI Saverio – rel. Consigliere –

Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ordinanza

sul ricorso 8016-2009 proposto da:

M.G., elettivamente domiciliato in ROMA, VIALE PARIOLI

112, presso lo studio dell’avvocato BONITO GIUSEPPINA, rappresentato

e difeso dall’avvocato SARCONE VINCENZO, giusta mandato speciale in

calce al ricorso;

– ricorrente –

contro

INPS – ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE;

– intimato –

avverso la sentenza n. 750/2008 della CORTE D’APPELLO di BARI del

31/03/08, depositata il 18/04/2008;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del

24/02/2010 dal Consigliere Relatore Dott. SAVERIO TOFFOLI;

udito l’Avvocato Sarcone Vincenzo, difensore del ricorrente che si

riporta ai motivi;

è presente il P.G. in persona del Dott. RENATO FINOCCHI GHERSI che

nulla osserva rispetto alla relazione scritta.

 

Fatto

MOTIVI

La Corte pronuncia in camera di consiglio ex art. 375 c.p.c. a seguito di relazione ex art. 380-bis c.p.c..

La Corte d’appello di Bari, confermando la sentenza di primo grado, riteneva maturata la decadenza D.P.R. n. 639 del 1970, ex art. 47 rispetto alla domanda proposta contro l’Inps da M.G., diretta al ricalcolo dell’indennità di disoccupazione agricola corrisposta per l’anno 1999.

L’assicurato ricorre per cassazione. L’Inps non si è costituito.

Il ricorso, che denuncia violazione del richiamato art. 47, appare qualificabile come manifestamente fondato.

La questione oggetto del ricorso è stata recentemente esaminata dalle sezioni unite di questa Corte che, confermando l’orientamento di cui a S.U. n. 6491/1996, ha enunciato il seguente principio di diritto: “la decadenza di cui al D.P.R. 30 aprile 1970, n. 639, art. 47 – come interpretato dal D.L. 29 marzo 1991, n. 103, art. 6 convertito, con modificazioni, nella L. 1 giugno 1991, n. 166 – non può trovare applicazione in tutti quei casi in cui la domanda giudiziale sia rivolta ad ottenere non già il riconoscimento del diritto alla prestazione previdenziale in sè considerata, ma solo l’adeguamento di detta prestazione già riconosciuta in un importo inferiore a quello dovuto, come avviene nei casi in cui l’Istituto previdenziale sia incorso in errori di calcolo o in errate interpretazioni della normativa legale o ne abbia disconosciuto una componente, nei quali casi la pretesa non soggiace ad altro limite che non sia quello della ordinaria prescrizione decennale”.

Sulla base di tale principio di diritto, il ricorso deve essere accolto, con cassazione della sentenza impugnata e rinvio della causa ad altro giudice (stessa Corte in diversa composizione), che si atterrà al già riportato principio di diritto e provvedere anche alla regolazione delle spese del giudizio di cassazione.

PQM

La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa, anche per le spese, alla Corte d’appello di Bari in diversa composizione.

Così deciso in Roma, il 24 febbraio 2010.

Depositato in Cancelleria il 21 aprile 2010

 

 

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