Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 7982 del 31/03/2010
Cassazione civile sez. trib., 31/03/2010, (ud. 23/02/2010, dep. 31/03/2010), n.7982
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Presidente –
Dott. D’ALESSANDRO Paolo – rel. Consigliere –
Dott. DI IASI Camilla – Consigliere –
Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere –
Dott. VIRGILIO Biagio – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso proposto da:
Agenzia delle Entrate, in persona del Direttore, domiciliata in Roma,
via dei Portoghesi 12, presso l’Avvocatura generale dello Stato, che
la rappresenta e difende;
– ricorrente –
contro
F.A.;
– intimato –
avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Veneto
n. 39/16/07 del 19/9/07.
Fatto
CONSIDERATO IN FATTO
Che il Consigliere relatore, nominato ai sensi dell’art. 377 c.p.c., ha depositato la relazione scritta prevista dall’art. 380 bis c.p.c., nei termini che di seguito si trascrivono:
“L’Agenzia delle Entrate propone ricorso per Cassazione contro la sentenza della Commissione tributaria regionale dell’Emilia Romagna che ha rigettato l’appello dell’Ufficio contro la pronuncia di primo grado, che aveva accolto il ricorso del F. contro un avviso di irrogazione sanzioni per assunzioni irregolari.
L’intimato non si è costituito.
Il ricorso contiene due motivi. Può essere trattato in Camera di consiglio (art. 375 c.p.c., n. 5) ed accolto, per manifesta fondatezza del secondo motivo, alla stregua delle considerazioni che seguono:
Con il primo motivo l’Agenzia deduce il difetto di giurisdizione del giudice tributario per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 130 del 2008.
Il mezzo è inammissibile.
Premesso che l’efficacia retroattiva delle pronunce di illegittimità costituzionale si arresta di fronte al giudicato, anche implicito, sulla giurisdizione, sicchè, nel caso in cui la sentenza della Corte costituzionale sia intervenuta quando il giudicato in merito alla giurisdizione si era già formato, non essendo stata impugnata sul punto (eventualmente anche sollevando questione di legittimità costituzionale) la pronunzia, è inammissibile l’eccezione di giurisdizione sollevata per la prima volta in sede di legittimità (SS.UU. 28545/08), deve rilevarsi che la ricorrente nulla deduce riguardo al fatto che l’appello riguardasse anche la questione di giurisdizione.
Con il secondo motivo la ricorrente, sotto il profilo della violazione di legge, lamenta l’erroneità della decisione per avere ad essa addossato le conseguenze del difetto di prova in ordine alla data effettiva di inizio dei rapporti di lavoro.
Il mezzo è manifestamente fondato.
Con la sentenza n. 144 del 2005 la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del D.L. n. 12 del 2002, art. 3, comma 3, convertito nella L. n. 73 del 2002, nella parte in cui non prevede la possibilità, per il datore di lavoro, di fornire la prova che il rapporto di lavoro irregolare ha avuto inizio successivamente al 1^ gennaio dell’anno nel quale è stata elevata contestazione della violazione.
Ne discende che l’onere di provare la decorrenza del rapporto (successiva al 1^ gennaio) grava sul datore di lavoro, presumendosi in difetto di prova che il rapporto decorra dal 1^ gennaio e restando precluso al giudice tributario di supplire con argomenti presuntivi al difetto di prova del datore di lavoro”;
che le parti non hanno presentato memorie;
che il collegio condivide la proposta del relatore a parte l’erronea indicazione dell’organo (Ndr: testo originale non comprensibile);
che pertanto, accolto il secondo motivo e dichiarato inammissibile il primo, la sentenza impugnata deve essere cassata con rinvio, anche per le spese, ad altra sezione della Commissione tributaria regionale del Veneto, che farà applicazione del principio di diritto suenunciato.
P.Q.M.
La Corte accoglie il secondo motivo di ricorso e dichiara inammissibile il primo, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese, ad altra sezione della Commissione tributaria regionale del Veneto.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Tributaria, il 23 febbraio 2010.
Depositato in Cancelleria il 31 marzo 2010