Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 6646 del 01/03/2022

Cassazione civile sez. I, 01/03/2022, (ud. 23/02/2022, dep. 01/03/2022), n.6646

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCALDAFERRI Andrea – Presidente –

Dott. NAZZICONE Loredana – Consigliere –

Dott. VELLA Paola – Consigliere –

Dott. CAMPESE Eduardo – rel. Consigliere –

Dott. FRAULINI Paolo – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso n. 21913/2020 r.g. proposto da:

O.U.R., rappresentato e difeso, giusta procura speciale

allegata in calce al ricorso, dall’Avvocato Stefania Russo, presso

il cui studio elettivamente domicilia in Bergamo, alla via Camozzi

n. 34;

– ricorrente –

contro

MINISTERO DELL’INTERNO, in persona del Ministro pro tempore;

– intimato –

avverso il decreto, n. cron. 3314/2020, del TRIBUNALE DI BRESCIA del

13/06/2020;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del

giorno 23/02/2022 dal Consigliere Dott. Eduardo Campese.

 

Fatto

FATTI DI CAUSA

1. O.U.R., nativo della (OMISSIS) ((OMISSIS)), ricorre per cassazione, affidandosi a due motivi, contro il decreto del Tribunale di Brescia del 13 giugno 2020, reiettivo della sua domanda volta ad ottenere una delle forme di protezione internazionale (status di rifugiato; protezione sussidiaria; rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari). Il Ministero dell’Interno non si è costituito nei termini di legge, ma ha depositato un “atto di costituzione” al solo fine di prendere eventualmente parte alla udienza di discussione ex art. 370 c.p.c., comma 1.

Diritto

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. In via pregiudiziale rispetto all’esame dei formulati motivi di ricorso, deve essere valutata l’ammissibilità del ricorso stesso sotto il profilo della idoneità della procura ad litem conferita all’Avv. Stefania Russo.

1.1. In proposito, è opportuno ricordare che, il D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 35-bis, comma 13, – introdotto dal D.L. 17 febbraio 2017, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla L. 13 aprile 2017, n. 46, ed applicabile ai procedimenti, come quello in esame, introdotti dopo il centottantesimo giorno dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge (cfr. art. 21, comma 1 menzionato D.L.) – dispone che “La procura alle liti per la proposizione del ricorso per cassazione deve essere conferita, a pena di inammissibilità del ricorso, in data successiva alla comunicazione del decreto impugnato; a tal fine il difensore certifica la data di rilascio in suo favore della procura medesima”.

1.2. Le Sezioni Unite di questa Corte, dirimendo il contrasto insorto nella giurisprudenza di legittimità in ordine al “se la procura speciale per il ricorso in Cassazione in materia di protezione internazionale necessiti di una doppia certificazione del difensore riferita sia alla data dell’atto necessariamente posteriore alla decisione impugnata – che all’autenticità della firma del ricorrente”, con la sentenza dell’1 giugno 2021, n. 15177, hanno sancito che: i) “il D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 35-bis, comma 13, nella parte in cui prevede che “La procura alle liti per la proposizione del ricorso per cassazione deve essere conferita, a pena di inammissibilità del ricorso, in data successiva alla comunicazione del decreto impugnato; a tal fine il difensore certifica la data di rilascio in suo favore della procura medesima ha richiesto, quale elemento di specialità rispetto alle ordinarie ipotesi di rilascio della procura speciale regolate dagli artt. 83 e 365 c.p.c., il requisito della posteriorità della data rispetto alla comunicazione del provvedimento impugnato, prevedendo una speciale ipotesi di “inammissibilità del ricorso”, nel caso di mancata certificazione della data di rilascio della procura in suo favore da parte del difensore”; ii) “La procura speciale per il ricorso per cassazione per le materie regolate dal D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 35-bis, comma 13, e dalle disposizioni di legge successive che ad esse rimandano deve contenere in modo esplicito l’indicazione della data successiva alla comunicazione del provvedimento impugnato e richiede che il difensore certifichi, anche solo con una unica sottoscrizione, sia la data della procura successiva alla comunicazione che l’autenticità della firma del conferente” (cfr., in senso conforme, le successive Cass., SU, nn. 18486-18490 del 30 giugno 2021).

1.2.1. A ciò va aggiunto che la recente sentenza della Corte costituzionale n. 13 del 20 gennaio 2022 ha confermato la legittimità costituzionale della disposizione normativa de qua nella interpretazione fornitane dalle Sezioni Unite della Suprema Corte.

1.3. Applicandosi, pertanto, i riportati principi (le cui ragioni giustificatrici, come ampiamente esposte nella menzionata decisione, devono intendersi, per brevità, interamente richiamate in questa sede) all’odierno procedimento, ne consegue l’inammissibilità del ricorso. Infatti, la procura speciale conferita dal ricorrente all’Avv. Stefania Russo, allegata al ricorso, da un lato, attribuisce a quest’ultima la facoltà di difendere il primo “nel procedimento avanti la Corte di appello di Brescia volto all’ottenimento dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria ovvero della protezione umanitaria” (così rivelandosi carente di specialità ai sensi dell’art. 365 c.p.c.); dall’altro, non presenta alcuna data, recando oltre alla firma del conferente, solo la seguente dicitura: “E’ autentica”.

2. Il ricorso, dunque, va dichiarato inammissibile, senza necessità di pronuncia sulle spese di questo giudizio di legittimità, essendo il Ministero dell’Interno rimasto solo intimato, dandosi atto, altresì, – in assenza di ogni discrezionalità al riguardo (cfr. Cass. n. 5955 del 2014; Cass., S.U., n. 24245 del 2015; Cass., S.U., n. 15279 del 2017) e giusta quanto recentemente precisato da Cass., SU, n. 4315 del 2020 – che, stante il tenore della pronuncia adottata, “sussistono, ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, i presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello previsto per il ricorso a norma dello stesso art. 13, comma 1 bis se dovuto”, mentre “spetterà all’amministrazione giudiziaria verificare la debenza in concreto del contributo, per la inesistenza di cause originarie o sopravvenute di esenzione dal suo pagamento”.

P.Q.M.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso.

Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, inserito dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma 17, dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso, giusta lo stesso art. 13, comma 1 bis se dovuto.

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della sezione Prima civile della Corte Suprema di cassazione, il 23 febbraio 2022.

Depositato in Cancelleria il 1 marzo 2022

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