Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 5636 del 02/03/2021
Cassazione civile sez. lav., 02/03/2021, (ud. 08/10/2020, dep. 02/03/2021), n.5636
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE LAVORO
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. TRIA Lucia – Presidente –
Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere –
Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere –
Dott. PAGETTA Antonella – Consigliere –
Dott. LEO Giuseppina – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 958/2020 proposto da:
J.Q.S., domiciliato in ROMA, PIAZZA CAVOUR, presso la
CANCELLERIA DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE, rappresentato e
difeso dall’avvocato ELISABETTA COSTA;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELL’INTERNO – COMMISSIONE TERRITORIALE PER IL
RICONOSCIMENTO DELLA PROTEZIONE INTERNAZIONALE DI VERONA – SEZIONE
DI VICENZA, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e
difeso dall’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO presso i cui Uffici
domicilia in ROMA, ALLA VIA DEI PORTOGHESI 12, ope legis;
– resistente con mandato –
avverso la sentenza n. 4033/2019 della CORTE D’APPELLO di VENEZIA,
depositata il 01/10/2019 R.G.N. 3633/2018;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
08/10/2020 dal Consigliere Dott. GIUSEPPINA LEO.
Fatto
RILEVATO
Che:
1. la Corte di Appello di Venezia, con sentenza pubblicata in data 1.10.2019, ha respinto il gravame interposto da J.Q.S., nei confronti del Ministero dell’Interno, avverso l’ordinanza emessa dal Tribunale della stessa sede in data 30.9.2018, nella parte in cui erano state rigettate le domande dirette ad ottenere il riconoscimento del diritto alla protezione sussidiaria o, in subordine, al rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, ai sensi del D.Lgs. n. 286 del 1998, art. 5, comma 6;
2. la Corte di merito, avuto riguardo alle dichiarazioni rese dall’appellante durante l’audizione in sede amministrativa, ha reputato che, nella fattispecie, non ricorressero i presupposti richiesti dal D.Lgs. n. 251 del 2007, art. 14, per il riconoscimento del diritto alla protezione sussidiaria e che neppure potessero configurarsi particolari profili di vulnerabilità, atti a giustificare il rilascio del permesso di soggiorno previsto dal D.Lgs. n. 286 del 1998, art. 5, comma 6, in difetto di allegazioni specifiche in merito;
3. per la cassazione della sentenza ricorre J.Q.S. articolando due motivi; il Ministero dell’Interno ha depositato tardivamente un “Atto di costituzione” al solo fine “di una eventuale partecipazione all’udienza di discussione”;
4. il P.G. non ha formulato richieste.
Diritto
CONSIDERATO
Che:
1. preliminarmente, il ricorso va dichiarato inammissibile per mancanza di una valida procura alle liti. Ed invero, in atti si rinviene, spillato in fondo al ricorso, un “mandato” dal quale non si evince il conferimento, da parte del ricorrente, al difensore, del potere di rappresentarlo e difenderlo, nel procedimento di cui si tratta, in sede di legittimità, nè alcun riferimento al provvedimento della Corte di Appello oggetto del ricorso per cassazione, nè altri elementi idonei ad identificarlo, ma solo un generico riferimento alla “delega all’avvocato Elisabetta Costa a rappresentarmi assistermi nel procedimento, revocando ogni precedente nomina, conferendo alla stessa ogni e più ampia facoltà di legge, compresa quella di transigere, conciliare, rinunciare, accettare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti, riscuotere somme o quietanze nel procedimento concernente il minore avanti il Tribunale per Minorenni….”;
2. alla stregua degli arresti giurisprudenziali di questa Corte, mentre “la procura a margine del ricorso per cassazione è, per sua natura, speciale, senza che occorra per la sua validità alcuno specifico riferimento al giudizio in corso, poichè, in tal caso, la specialità del mandato è deducibile dal fatto che la procura al difensore forma materialmente corpo con il ricorso o il controricorso al quale essa si riferisce” (cfr., ex plurimis, Cass. nn. 15692/2009; 26504/2009; 3349/2003); quando la procura, apposta su foglio separato, contenga espressioni incompatibili con la proposizione dell’impugnazione e con la specialità richieste in sede di legittimità, ed anzi, dirette ad attività proprie di altri giudizi e fasi processuali e da cui non sia possibile evincere “univocamente la volontà della parte di proporre ricorso per cassazione”, il ricorso va dichiarato inammissibile (v., ex plurimis, Cass. nn. 18150/2020; 15211/2020; 28146/2018; 18257/2017), poichè, appunto, “tale procura non soddisfa il requisito della specialità richiesto dall’art. 365 c.p.c.”;
3. per tutto quanto in precedenza esposto, il ricorso va dichiarato inammissibile;
4. nulla va disposto in ordine alle spese del presente giudizio, poichè l’Avvocatura dello Stato ha depositato tardivamente un “Atto di costituzione” al solo fine “di una eventuale partecipazione all’udienza di discussione”;
5. avuto riguardo all’esito del giudizio ed alla data di proposizione del ricorso sussistono i presupposti di cui al D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater; e, poichè il ricorso è inammissibile per difetto di una valida procura conferita al difensore – attività processuale demandata alla esclusiva responsabilità di quest’ultimo -, sul medesimo, avv. Elisabetta Costa, grava “la pronunzia relativa al raddoppio dell’importo dovuto a titolo di contributo unificato” (v., ex multis, Cass. nn. 14474/2019; 11930/2018).
PQM
La Corte dichiara inammissibile il ricorso; nulla per le spese. Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del difensore del ricorrente, avv. Elisabetta Costa, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1-bis, se dovuto.
Così deciso in Roma, nella Adunanza camerale, il 8 ottobre 2020.
Depositato in Cancelleria il 2 marzo 2021