Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 4121 del 22/02/2010
Cassazione civile sez. I, 22/02/2010, (ud. 25/11/2009, dep. 22/02/2010), n.4121
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. PROTO Vincenzo – Presidente –
Dott. CECCHERINI Aldo – rel. Consigliere –
Dott. NAPPI Aniello – Consigliere –
Dott. ZANICHELLI Vittorio – Consigliere –
Dott. DIDONE Antonio – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 29466/2008 proposto da:
F.A. (c.f. (OMISSIS)), elettivamente
domiciliato in ROMA, VIA ANGELO EMO 106, presso l’avvocato VANIA
SERENA OLIVERIO, rappresentato e difeso dagli avvocati MARRA Alfonso
Luigi, SPARACO CARMELINA, giusta procura a margine del ricorso;
– ricorrente –
contro
MINISTERO GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore, domiciliato
in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO
STATO, che lo rappresenta e difende ope legis;
– controricorrente –
sul ricorso 29467/2008 proposto da:
T.E. (c.f. (OMISSIS)), elettivamente
domiciliata in ROMA, VIA ANGELO EMO 106, presso l’avvocato VANIA
SERENA OLIVERIO, rappresentata e difesa dagli avvocati MARRA ALFONSO
LUIGI, SPARACO CARMELINA, giusta procura a margine del ricorso;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore,
domiciliato in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA
GENERALE DELLO STATO, che lo rappresenta e difende ope legis;
– controricorrente –
avverso il decreto della CORTE D’APPELLO di ROMA, depositato il
08/11/2007, nn. 52061 e 52067/06 R.G.A.D.;
udita la relazione della causa svolta nella Pubblica udienza del
25/11/2009 dal Consigliere Dott. ALDO CECCHERINI;
udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.
GAMBARDELLA Vincenzo, che ha concluso per, previa riunione dei
ricorsi, per l’inammissibilità di entrambi i ricorsi.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con decreto in data 8 novembre 2007, la Corte d’appello di Roma, pronunciandosi sulla domanda proposta dai Signori F. A. e T.E. per l’equa riparazione del danno da irragionevole ritardo di un processo, accertò che il processo presupposto era stato definito con un ritardo, rispetto a quella che sarebbe stata la sua durata ragionevole, di quattro anni, dei quali uno era imputabile alla difesa dei richiedenti, per astensione dalle udienze, e otto mesi alla stessa difesa per legittimo impedimento, e condannò il Ministero della Giustizia al pagamento, in favore degli istanti, di Euro 2.500,00 per il danno non patrimoniale derivante dal ritardo imputabile all’amministrazione giudiziaria, oltre agli accessori.
Per la cassazione del decreto, non notificato, ricorrono i Signori F.A. e T.E. con separati ricorsi nn. 29466 e 29467/08 notificati in data 15 dicembre 2008, riuniti all’udienza a norma dell’art. 335 c.p.c., con due mezzi d’impugnazione.
Il Ministero della Giustizia resiste con controricorso notificato il 23 gennaio 2009.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con i ricorsi riuniti si propongono due mezzi d’impugnazione identici nel contenuto, ciascuno dei quali posto sotto la rubrica, al tempo stesso, di violazione di norme e di vizi della motivazione. Nessuno dei due mezzi, peraltro, è seguito dalla formulazione del quesito di diritto richiesto dall’art. 366 bis c.p.c., comma 1, per il caso di denuncia di violazione di norme, nè dalla chiara indicazione del fatto controverso in relazione al quale la motivazione si assume omessa o contraddittoria, ovvero le ragioni per le quali la dedotta insufficienza della motivazione la rende inidonea a giustificare la decisione, come richiesto dall’art. 366 bis cpv. c.p.c., per il caso di denuncia di vizi di motivazione. Le prescrizioni dell’art. 366 bis c.p.c., non osservate dal ricorrente, sono poste a pena d’inammissibilità. Il ricorso, pertanto, deve essere dichiarato inammissibile.
Le spese del giudizio di legittimità sono a carico dei ricorrenti in solido, soccombenti, e sono liquidate come in dispositivo.
PQM
La corte dichiara inammissibili i ricorsi riuniti, e condanna i ricorrenti in solido al pagamento, in favore del Ministero della Giustizia, delle spese del giudizio di legittimità, liquidate in Euro 900,00, oltre alle spese prenotate a debito.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Prima della Corte Suprema di Cassazione, il 25 novembre 2009.
Depositato in Cancelleria il 22 febbraio 2010