Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 3997 del 08/02/2022
Cassazione civile sez. III, 08/02/2022, (ud. 16/09/2021, dep. 08/02/2022), n.3997
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. TRAVAGLINO Giacomo – est. Presidente –
Dott. DI FLORIO Antonella – Consigliere –
Dott. ROSSETTI Marco – Consigliere –
Dott. DELL’UTRI Marco – Consigliere –
Dott. PELLECCHIA Antonella – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
B.F., (codice fiscale (OMISSIS)), rappresentato e difeso,
giusta procura speciale apposta in calce al ricorso, dall’Avvocata
Chiara Costagliola, del Foro di Isernia, ed elettivamente
domiciliato presso lo studio dell’avv. Pasquale Porfirio, in Roma,
Via M. Menghini n. 21.
– ricorrente –
IL MINISTERO DELL’INTERNO, (cod. fisc. (OMISSIS)), in persona del
Ministro pro tempore, rappresentato e difeso ope legis
dall’Avvocatura dello Stato, domiciliata in Roma, via del Portoghesi
n. 12.
– resistente –
avverso il decreto del Tribunale di Campobasso n. 2349/2019,
pubblicato il 22/10/2019.
Fatto
FATTO E DIRITTO
Preliminare rispetto alla valutazione del contenuto delle censure contenute nel ricorso – e della motivazione adottata dal giudice di merito – appare la rilevazione della sua inammissibilità, ai sensi dell’art. 366 c.p.c., n. 3, per mancata esposizione del fatto.
Il requisito della esposizione sommaria dei fatti, prescritto a pena di inammissibilità del ricorso per cassazione dall’art. 366 c.p.c., comma 1, n. 3 – e considerato dalla norma come uno specifico requisito di contenuto-forma dell’atto di gravame – deve consentire alla Corte di cassazione di avere una chiara e completa cognizione tanto del fatto sostanziale che ha originato la controversia, quanto del fatto processuale di cui si chiede una nuova e più corretta valutazione in diritto da parte del giudice di legittimità, senza che questi sia tenuto a ricorrere ad altre fonti o atti in suo possesso, compresa la stessa sentenza impugnata (Cass. sez. un. 11653 del 2006). La prescrizione del requisito di ammissibilità del ricorso, pertanto, risponde non già ad un’esigenza di mero formalismo, bensì a quella di consentire una conoscenza chiara e completa dei fatti di causa, sostanziali e/o processuali, che permetta di bene intendere il significato e la portata delle censure rivolte al provvedimento impugnato (Cass. sez. un. 2602 del 2003). Alla luce di tale funzione, al fine di soddisfare il requisito imposto dall’art. 366 c.p.c., comma 1, n. 3, è necessario che il ricorso per cassazione contenga, sia pure in modo non analitico o particolareggiato, la chiara esposizione della vicenda processuale di cui si chiede la rivalutazione alla luce dei presupposti di fatto e delle ragioni di diritto che sorreggono l’impugnazione.
PQM
La Corte dichiara inammissibile il ricorso.
Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, si dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello, ove dovuto, per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1 bis.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Terza Civile della Corte di Cassazione, il 16 settembre 2021.
Depositato in Cancelleria il 8 febbraio 2022