Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 3778 del 07/02/2022

Cassazione civile sez. III, 07/02/2022, (ud. 16/12/2021, dep. 07/02/2022), n.3778

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Presidente –

Dott. DI FLORIO Antonella – Consigliere –

Dott. RUBINO Lina – Consigliere –

Dott. VINCENTI Enzo – Consigliere –

Dott. PELLECCHIA Antonella – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 36348/2019 proposto da:

S.D., domiciliato in Roma, presso la Cancelleria della

Corte di Cassazione, rappresentato e difeso dall’avvocato BASSAN

MARIA MONICA;

– ricorrente –

contro

Ministero dell’Interno, in persona del Ministro pro tempore,

domiciliato ex lege in Roma, via dei Portoghesi n. 12 presso

l’Avvocatura Generale dello Stato;

– resistente con atto di costituzione –

contro

Commissione Territoriale Per il Riconoscimento Della Protezione

Internazionale Verona Sez Padova, Procuratore Generale Presso Corte

Cassazione;

– intimati –

avverso il decreto del TRIBUNALE di VENEZIA, depositato il

21/10/2019;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del

11/11/2021 da Dott. PELLECCHIA ANTONELLA.

 

Fatto

RILEVATO

che:

1. S.D., proveniente dal (OMISSIS), chiese alla competente commissione territoriale il riconoscimento della protezione internazionale, di cui al D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 4:

(a) in via principale, il riconoscimento dello status di rifugiato, D.Lgs. 19 novembre 2007, n. 251, ex art. 7 e ss.;

(b) in via subordinata, il riconoscimento della “protezione sussidiaria” di cui al D.Lgs. 19 novembre 2007, n. 251, art. 14;

(c) in via ulteriormente subordinata, la concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, ex art. 5, comma 6 (nel testo applicabile ratione temporis).

A fondamento dell’istanza dedusse di aver abbandonato il proprio paese in quanto perseguitato per il suo rifiuto di convertirsi alla religione musulmana. La Commissione territoriale rigettò l’istanza.

2. Avverso tale provvedimento S.D. propose ricorso dinanzi il Tribunale di Venezia, che, con decreto n. 8878/2019 del 21 ottobre 2019, ha rigettato il reclamo.

Il Tribunale ha ritenuto infondata:

a) la domanda di riconoscimento dello status di rifugiato in mancanza di motivi di persecuzione non essendo le pressioni subite dal padre, per loro natura e frequenza, idonee a rappresentare una violazione grave dei diritti fondamentali;

b) la domanda di protezione sussidiaria non essendo ravvisabile il rischio di subire un danno grave in caso di rimpatrio secondo le previsioni di cui al D.Lgs. 19 novembre 2007, n. 251, art. 14 né la presenza di un conflitto armato generalizzato nel paese d’origine;

c) la domanda di protezione umanitaria per non aver il richiedente asilo allegato alcuna condizione di particolare vulnerabilità considerato, da un lato, la buona condizione economica in cui verserebbe in (OMISSIS), dove frequentava l’Università e dall’altro, la mera frequentazione in Italia di un corso di italiano e di un tirocinio formativo, risalente e limitato sia nel tempo che nella retribuzione.

3. Il decreto è stato impugnato per cassazione da S.D. con ricorso fondato su 4 motivi.

Il Ministero dell’Interno si costituisce per resistere al ricorso senza spiegare alcuna difesa.

Diritto

CONSIDERATO

che:

4. Con il primo motivo il ricorrente lamenta violazione e falsa applicazione dell’art. 132 c.p.c., comma 2, n. 4, in relazione all’art. 360 c.p.c., n. 4 Sostiene. che il Tribunale si sarebbe limitato a ripercorrere le dichiarazioni rese dal richiedente asilo senza tuttavia eseguire e formulare un effettivo giudizio di credibilità.

4.2 Con il secondo motivo denuncia il decreto nella parte in cui ha rigettato la domanda di riconoscimento dello status di rifugiato per aver il Tribunale considerato esclusivamente la figura paterna quale unico soggetto persecutore senza considerare il resto della comunità, il cui 90% professa la religione musulmana.

4.3 Con il terzo motivo di ricorso S.D. investe il decreto nella parte in cui ha rigettato la domanda di riconoscimento della protezione sussidiaria per aver il Tribunale richiamato fonti risalenti nel tempo e per aver, comunque, erroneamente interpretato il loro contenuto. A sostegno della presenza di un conflitto armato generalizzato nel (OMISSIS) il ricorrente richiama alcuni Report internazionali (EASO 2018, Human Rights Whatch 2017, Amnesty international 2016-17 oltre al sito (OMISSIS) e ad una serie di decreti che avrebbero riconosciuto la diffusione della violenza nel Sud del (OMISSIS).

4.4 Con il quarto motivo di ricorso il ricorrente investe il decreto nella parte in cui ha rigettato la domanda di riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Si duole del fatto che il Tribunale non avrebbe considerato la vulnerabilità del ricorrente determinata dalla giovane età e dall’assenza di alcun legame familiare nel paese d’origine. Lamenta altresì l’omesso accertamento circa il rischio di subire una violazione dei diritti umani in caso di rientro in (OMISSIS) ed a sostegno dell’attualità di tale rischio richiama alcuni Report ufficiali. Sostiene, infine che il Tribunale non avrebbe tenuto conto di tutta la documentazione depositata nel corso del giudizio ai fini di una efficace valutazione comparativa del grado di integrazione all’interno del territorio italiano e le condizioni in cui si verrebbe a trovare in caso di rimpatrio.

5. Il ricorso è inammissibile per difetto di valida procura alle liti.

Al riguardo, si osserva che le Sezioni Unite di questa Corte, con la sentenza n. 15177/2021, hanno affermato, componendo il contrasto creatosi fra le sezioni semplici, che: “il D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 35 bis, comma 13 – nella parte in cui prevede che “La procura alle liti per la proposizione del ricorso per cassazione deve essere conferita, a pena di inammissibilità del ricorso, in data successiva alla comunicazione del decreto impugnato; a tal fine il difensore certifica la data di rilascio in suo favore della procura medesima” – ha richiesto, quale elemento di specialità rispetto alle ordinarie ipotesi di rilascio della procura speciale regolate dagli artt. 83 e 365 c.p.c., il requisito della posteriorità della data rispetto alla comunicazione del provvedimento impugnato, prevedendo una speciale ipotesi di “inammissibilità del ricorso”, nel caso di mancata certificazione della data di rilascio della procura in suo favore da parte del difensore. La procura speciale per il ricorso per cassazione, per le materie regolate dal D.Lgs. 25 gennaio 2008, n. 25, art. 35 bis, comma 13 e dalle disposizioni di legge che ad esso rimandano, deve contenere in modo esplicito l’indicazione della data successiva alla comunicazione del provvedimento impugnato e richiede che il difensore certifichi, anche solo con una unica sottoscrizione, sia la data della procura successiva alla comunicazione che l’autenticità della firma del conferente””.

5.1. La questione di legittimità costituzionale del citato art. 35-bis, comma 13 – sollevata, successivamente a detta sentenza, da questa Corte con ordinanza interlocutoria n. 17970/2021, denunciandone il contrasto con gli artt. 3,10,24,111 e 117 Cost., quest’ultimo in relazione agli artt. 28 e 46, 11, della direttiva 2013/32/UE (Procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale), nonché agli artt. 18, 19, 5 2 e 47 della Carta dei diritti UE e agli artt. 6, 7, 13 e 14 della CEDU, nella parte in cui prevede che la mancanza della certificazione della data di rilascio della procura da parte del difensore, limitatamente ai procedimenti di protezione internazionale, determini la inammissibilità del ricorso – è stata decisa dalla Corte costituzionale nella camera di consiglio del 2 dicembre 2021 nel senso della non fondatezza (cfr. sentenza Corte Costituzionale n. 13/2022).

5.2. Nel caso di specie, la procura speciale rilasciata per il ricorso per cassazione non contiene alcuna espressione dalla quale risulti che il difensore abbia inteso certificare che la data di conferimento di essa sia stata successiva alla comunicazione provvedimento impugnato, recando unicamente l’autenticazione della firma del richiedente asilo che non è idonea, secondo la pronuncia delle Sezioni Unite sopra richiamata, ad attestare anche che la data del conferimento del mandato è successiva alla comunicazione del decreto da impugnare.

6. Non occorre provvedere sulla regolamentazione delle spese del giudizio di legittimità in assenza di attività difensiva da parte dell’intimato Ministero.

Il pagamento del doppio contributo, se dovuto, va posto a carico del ricorrente, in applicazione del principio – enunciato dalla citata sentenza n. 15177/2021 delle Sezioni Unite – per cui “il versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato previsto dal D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, in caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione conseguente alla mancata presenza, all’interno della procura speciale, della data o della certificazione del difensore della sua posteriorità rispetto alla comunicazione del provvedimento impugnato, va posto a carico della parte ricorrente e non del difensore, risultando la procura affetta da nullità e non da inesistenza”.

PQM

la Corte dichiara inammissibile il ricorso.

Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, inserito dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma 17, dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello, ove dovuto, per il ricorso a norma del citato art. 13, comma 1 bis.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Terza Civile della Corte suprema di Cassazione in data 11 novembre 2021, il 16 dicembre 2021.

Depositato in Cancelleria il 7 febbraio 2022

Sostieni LaLeggepertutti.it

La pandemia ha colpito duramente anche il settore giornalistico. La pubblicità, di cui si nutre l’informazione online, è in forte calo, con perdite di oltre il 70%. Ma, a differenza degli altri comparti, i giornali online non ricevuto alcun sostegno da parte dello Stato. Per salvare l'informazione libera e gratuita, ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di mantenere in vita il nostro giornale. Questo ci permetterà di esistere anche dopo la pandemia, per offrirti un servizio sempre aggiornato e professionale. Diventa sostenitore clicca qui

LEGGI ANCHE



NEWSLETTER

Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato.

CERCA CODICI ANNOTATI

CERCA SENTENZA