Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 3385 del 12/02/2010

Cassazione civile sez. trib., 12/02/2010, (ud. 22/10/2009, dep. 12/02/2010), n.3385

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TRIBUTARIA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Giovanni – Presidente –

Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere –

Dott. DI DOMENICO Vincenzo – Consigliere –

Dott. GIACALONE Giovanni – Consigliere –

Dott. POLICHETTI Renato – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

sentenza

sul ricorso proposto da:

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE in persona del Ministro

AGENZIA DELLE ENTRATE in persona del Direttore, rappresentati e

difesi dall’Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici in

Roma, via dei Portoghesi n. 12 domicilia;

– ricorrente –

contro

B.A. rappresentato e difeso come da procura a margine

del controricorso dagli Avvocati Terrin Maria Luisa del Foro di

Padova e dall’Avvocato Piero Sandulli presso il cui studio in Roma

via Fulcieri Paulucci De Calboli n. 9 viene eletto domicilio.

avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale di Venezia

Sezione 9 n. 357/9/2005 non notificata il 14.03.2006;

udita la relazione la relazione del Consigliere Renato Polichetti;

lette le conclusioni scritte del P.G. che ha chiesto il rigetto del

ricorso in quanto manifestamente infondato.

Letto il ricorso avverso la sentenza in epigrafe indicata che ha

riconosciuto il diritto del contribuente al rimborso dell’IRAP

corrisposto con riferimento al periodo di cui è causa.

Fatto

FATTO E DIRITTO

Ritenuto che il ricorso è manifestamente infondato sulla base del principio affermato da questa Corte, secondo cui l’esercizio delle attività di lavoro autonomo di cui al D.P.R. n. 917 del 1986, art. 49, comma 1, (nel testo vigente fino al 31/12/2003) e all’art. 53, comma 1 del medesimo D.P.R. (nel testo vigente dal 1/1/2004) è soggetto all’applicazione dell’imposta soltanto se si tratti di attività autonomamente organizzata, il cui accertamento spetta la giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato (Cass. n. 3677 del 2007), Considerato che la sentenza impugnata è fondata sull’accertamento, congruamente motivato e non adeguatamente censurato, nel difetto di tale requisito il ricorso deve essere rigettato.

Sussistono giusti motivi per compensare le spese del presente procedimento tra le parti.

Causa il decesso del (OMISSIS) P.G. purtroppo intervenuto dopo la decisione adottata in camera di consiglio il ricorso verrà sottoscritto dal consigliere di maggiore anzianità del Collegio.

P.Q.M.

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso e compensa le spese.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 22 ottobre 2009.

Depositato in Cancelleria il 12 febbraio 2010

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