Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 29811 del 18/11/2019

Cassazione civile sez. VI, 18/11/2019, (ud. 12/04/2019, dep. 18/11/2019), n.29811

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 3

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FRASCA Raffaele – Presidente –

Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere –

Dott. ROSSETTI Marco – Consigliere –

Dott. DELL’UTRI Marco – Consigliere –

Dott. PELLECCHIA Antonella – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 18682-2018 proposto da:

G.V., e per quanto possa occorrere G.G.,

D.P.A., elettivamente domiciliati in ROMA, V.LE DELLE MILIZIE 1,

presso lo studio dell’avvocato ADRIANO ROSSI, che li rappresenta e

difende unitamente all’avvocato PAOLO SALCE;

– ricorrenti –

contro

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI (OMISSIS);

– intimata –

avverso la sentenza n. 679/2018 della CORTE D’APPELLO di L’AQUILA,

depositata il 12/04/2018;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non

partecipata del 12/04/2019 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONELLA

PELLECCHIA.

Fatto

RILEVATO

che:

1. Nel 2010, G.G. ed D.P.A., nella qualità di genitori esercenti la responsabilità genitoriale sulla minore G.V., convenivano innanzi al Tribunale di Pescara l’amministrazione Provinciale locale, per sentirla condannare al risarcimento dei danni riportati dalla figlia minore, caduta rovinosamente al suolo mentre era alla guida del proprio motociclo, a causa della superficie sconnessa e non asfaltata della carreggiata.

L’Amministrazione convenuta si costituiva in giudizio contestando la propria responsabilità per l’accaduto.

Con sentenza 1680/2011 il Tribunale adito rigettava la domanda attorea.

2. I rappresentanti legali della minore appellavano la decisione di prime cure, chiedendone la riforma.

Con sentenza 679/2018, pubblicata il 12/04/2018, la Corte d’Appello di L’Aquila dichiarava l’inammissibilità del gravame, in quanto proposto dai genitori della danneggiata, malgrado questa fosse medio tempore divenuta maggiorenne.

3. G.V., G.G. e D.P.A. propongono ricorso per cassazione, sulla base di un motivo.

4. E’ stata depositata in cancelleria ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., e regolarmente notificata ai difensori delle parti, unitamente al decreto di fissazione dell’adunanza, la proposta di manifesta fondatezza del ricorso. I ricorrenti hanno depositato memoria.

Diritto

CONSIDERATO

che:

5. A seguito della discussione sul ricorso, tenuta nella camera di consiglio, reputa il Collegio, con le seguenti precisazioni di condividere la proposta del relatore.

6. I ricorrenti si dolgono della violazione degli artt. 75,182,359 c.p.c., in relazione all’art. 360 c.p.c., nn. 3 e 4.

La sentenza sarebbe errata là dove ha dichiarato inammissibile l’appello dei genitori di G.V. perchè privi di rappresentanza legale in quanto nelle more la figlia era divenuta maggiorenne.

Il ricorso è manifestamente fondato.

L’art. 182 c.p.c., comma 2, come modificato dalla L. n. 69 del 2009, art. 46, comma 2, secondo cui il giudice, quando rileva un difetto di rappresentanza, di assistenza o di autorizzazione, assegna alle parti un termine perentorio per la regolarizzazione, si applica anche al giudizio d’appello (Cass. n. 6041/2018; Cass. S.U. 26338/2017).

Pertanto quando il giudice rilevi un difetto di rappresentanza deve assegnare alle parti un termine perentorio per la costituzione della persona alla quale spetta la rappresentanza. Nel caso di specie tale principio si deve applicare al danneggiato, avendo nelle more acquisito la capacità d’agire, e dunque l’idoneità a partecipare al giudizio in qualità di parte processuale.

7. In conclusione la Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata come in motivazione, e rinvia alla Corte d’Appello dell’Aquila anche per 1 spese di questo giudizio.

P.Q.M.

la Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata come in motivazione, e rinvia alla Corte d’Appello dell’Aquila anche per le spese di questo giudizio.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione sesta Civile della Corte Suprema di Cassazione, il 12 aprile 2019.

Depositato in Cancelleria il 18 novembre 2019

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