Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 28375 del 15/10/2021
Cassazione civile sez. VI, 15/10/2021, (ud. 25/05/2021, dep. 15/10/2021), n.28375
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE T
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. MOCCI Mauro – Presidente –
Dott. ESPOSITO Antonio Francesco – rel. Consigliere –
Dott. CONTI Roberto Giovanni – Consigliere –
Dott. CAPRIOLI Maura – Consigliere –
Dott. LA TORRE Maria Enza – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 26673-2019 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE, (C.F. (OMISSIS)), in persona del Direttore pro
tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12,
presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e
difende ope legis;
– ricorrente –
contro
FALLIMENTO (OMISSIS) SPA;
– intimata –
avverso la sentenza n. 2567/02/2019 della COMMISSIONE TRIBUTARIA
REGIONALE della CAMPANIA SEZIONE DISTACCATA di SALERNO, depositata
il 25/03/2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non
partecipata del 25/05/2021 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONIO
FRANCESCO ESPOSITO.
Fatto
RILEVATO
che:
Con sentenza in data 25 marzo 2019 la Commissione tributaria regionale della Campania, sezione distaccata di Salerno, rigettava l’appello proposto dall’Agenzia delle entrate avverso la decisione di primo grado che aveva parzialmente accolto il ricorso proposto dalla (OMISSIS) S.p.A. contro la cartella di pagamento emessa a seguito di liquidazione ai sensi del D.P.R. n. 600 del 1973, ex art. 36 bis e concernente ritenute alla fonte, indicate in dichiarazione per gli anni 2012 e 2013 e non versate.
La CTR così testualmente motivava: “Ritiene questa commissione di poter confermare la sentenza di 1 grado ritenendo che il mancato rispetto dei termini degli adempimenti fiscali era effettivamente riconducibile parzialmente ai mancati pagamenti da parte della P.A. ritenendo altresì la buona fede da parte del contribuente in ordine ai ritardi nei pagamenti”. Avverso la suddetta sentenza l’Agenzia delle entrate ha proposto ricorso per cassazione, affidato a due motivi.
Il Fallimento della (OMISSIS) S.p.A. non ha svolto difese.
Sulla proposta del relatore ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c. risulta regolarmente costituito il contraddittorio camerale.
Diritto
CONSIDERATO
che:
Con il primo motivo l’Agenzia delle entrate denuncia, in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 4, la violazione e falsa applicazione dell’art. 132 c.p.c.. Deduce la ricorrente la nullità della sentenza impugnata poiché motivata con un apodittico rinvio alle conclusioni cui era pervenuto il giudice di primo grado.
Il motivo è fondato.
Questa Corte ha osservato che “Deve considerarsi nulla la sentenza di appello motivata per relationem alla sentenza di primo grado, qualora la laconicità della motivazione non consenta di appurare che alla condivisione della decisione di prime cure il giudice d’appello sia pervenuto attraverso l’esame e la valutazione di infondatezza dei motivi di gravame, previa specifica ed adeguata considerazione delle allegazioni difensive, degli elementi di prova e dei motivi di appello” (Cass. n. 22022 del 2017). Analogamente, si è affermato che “In tema di processo tributario, è nulla, per violazione del D.Lgs. n. 546 del 1992, artt. 36 e 61, nonché dell’art. 118 disp. att. c.p.c., la sentenza della commissione tributaria regionale completamente carente dell’illustrazione delle critiche mosse dall’appellante alla statuizione di primo grado e delle considerazioni che hanno indotto la commissione a disattenderle e che si sia limitata a motivare per relationem alla sentenza impugnata mediante la mera adesione ad essa, atteso che, in tal modo, resta impossibile l’individuazione del thema decidendum e delle ragioni poste a fondamento del dispositivo e non può ritenersi che la condivisione della motivazione impugnata sia stata raggiunta attraverso l’esame e la valutazione dell’infondatezza dei motivi di gravame” (Cass. n. 15884 del 2017).
In detto vizio di motivazione per relationem meramente apparente incorre, certamente, la decisione della CTR, che si è limitata a confermare la sentenza di primo grado sulla base di argomentazioni del tutto generiche, prive di ogni riferimento ai motivi di appello formulati dall’Ufficio e di qualsivoglia autonoma valutazione del contenuto decisione impugnata.
Resta assorbito il secondo motivo di ricorso, concernente la dedotta violazione e falsa applicazione del D.Lgs. n. 472 del 1997, artt. 5 e 6, in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3. In conclusione, in accoglimento del primo motivo di ricorso, assorbito il secondo, la sentenza impugnata deve essere cassata, con rinvio alla CTR della Campania, in diversa composizione, la quale provvederà anche in ordine alle spese del presente giudizio.
P.Q.M.
La Corte accoglie il primo motivo di ricorso e dichiara assorbito il secondo; cassa la sentenza impugnata e rinvia alla Commissione tributaria regionale della Campania, in diversa composizione, cui demanda di provvedere anche sulle spese del giudizio di legittimità.
Così deciso in Roma, il 25 maggio 2021.
Depositato in Cancelleria il 15 ottobre 2021