Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 28352 del 22/12/2011
Cassazione civile sez. II, 22/12/2011, (ud. 16/11/2011, dep. 22/12/2011), n.28352
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. ODDO Massimo – Presidente –
Dott. PICCIALLI Luigi – Consigliere –
Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere –
Dott. PETITTI Stefano – rel. Consigliere –
Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso proposto da:
B.A., BA.Gi., C.M., M.
G., R.O., rappresentati e difesi, in forza di
procura speciale in calce al ricorso, dagli Avvocati Sagramoso
Francesco e Giammaria Camici, elettivamente domiciliati nello studio
del secondo in Roma, via Monte Zebio n. 30;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE, in persona del Ministro pro
tempore, rappresentato e difeso, per legge, dall’Avvocatura generale
dello Stato, e presso gli Uffici di questa domiciliato in Roma, via
dei Portoghesi, n. 12;
– controricorrente –
e contro
CONSOB – COMMISSIONE PER LE SOCIETA’ E LA BORSA, in persona del
legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa, in virtù
di procura speciale a margine del controricorso, dagli Avvocati
Arieta Giovanni, Fabio Biagianti, Maria Letizia Ermetes e Annunziata
Palombella, elettivamente domiciliata nello studio del primo in Roma,
viale Carso, n. 71;
– controricorrente –
avverso il decreto della Corte d’appello di Bologna in data 1
dicembre 2005 (R.G. n. 225 del 2005);
Udita, la relazione della causa svolta nell’udienza pubblica del 16
novembre 2011 dal Consigliere relatore Dott. Stefano Petitti;
sentiti gli Avvocati Giammaria Camici per i ricorrenti, Roberta
Tortora per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Giovanni
Arieta, Fabio Biagianti, Annunziata Palombella e Maria Letizia
Ermetes per la CONSOB;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore
Generale Dott. GOLIA Aurelio, che ha concluso per l’accoglimento del
ricorso.
Fatto
FATTO E DIRITTO
Ritenuto che la Corte d’appello di Bologna, con decreto reso pubblico mediante deposito in cancelleria il 1 dicembre 2005, ha dichiarato inammissibile l’opposizione promossa da B.A., BA. G., C.M., M.G., R.O. avverso il provvedimento emesso dal Ministero dell’economia e delle finanze in data 11 febbraio 2005, prot. n. 14611, con cui era stato ingiunto il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria per violazione di norme legislative e regolamentari in materia di intermediazione finanziaria al Credito Emiliano s.p.a. (di seguito CREDEM), con obbligo di regresso nei confronti degli opponenti, nella qualità di esponenti aziendali e dipendenti di CREDEM;
che la Corte d’appello ha ritenuto la carenza di legittimazione attiva degli opponenti, rilevando che, nei giudizi di opposizione a sanzioni amministrative per violazione della disciplina in materia di intermediazione finanziaria, l’esponente aziendale, autore materiale dell’illecito, difetta di un interesse giuridico attuale e concreto alla rimozione del provvedimento impugnato, emesso nei confronti di un soggetto diverso;
che per la cassazione del decreto della Corte d’appello B. A., BA.Gi., C.M., M.G., R.O. hanno proposto ricorso, con atto notificato il 12 gennaio 2007, sulla base di un motivo;
che il Ministero e la CONSOB hanno resistito con separati atti di controricorso;
che i ricorrenti e la CONSOB hanno depositato memoria ex art. 378 cod. proc. civ..
Considerato che il Collegio ha deliberato l’adozione di una motivazione semplificata;
che con l’unico motivo di ricorso i ricorrenti si dolgono che la Corte d’appello di Bologna li abbia ritenuti privi di un interesse giuridico attuale e concreto alla rimozione del provvedimento sanzionatorio, individuando nella Banca, destinataria dell’ingiunzione, l’unica legittimata all’opposizione;
che a tal fine i ricorrenti prospettano violazione del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, art. 195, art. 100 cod. proc. civ. e art. 24 Cost.;
che il ricorso è fondato, giacchè in tema di sanzioni amministrative per violazione delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, l’obbligatorietà dell’azione di regresso prevista dal D.Lgs. n. 58 del 1998, art. 195, comma 9, nei confronti del responsabile, comporta, anche in ragione dell’efficacia che nel relativo giudizio è destinata a spiegare la sentenza emessa nei confronti della società o dell’ente cui appartiene, che, anche qualora l’ingiunzione di pagamento sia emessa soltanto nei confronti della persona giuridica, alla persona fisica autrice della violazione deve essere riconosciuta un’autonoma legittimazione ad opponendum, che le consenta anche di proporre separatamente opposizione (Cass. , Sez. Un., 30 settembre 2009, n. 20929);
che il Collegio condivide il principio affermato dalle Sezioni Unite e ad esso intende dare continuità, non apparendo le osservazioni svolte dalla CONSOB nella memoria depositata in prossimità dell’udienza idonee ad indurre a differenti conclusioni;
che pertanto, il decreto impugnato deve essere cassate-che non sussistendo i presupposti per una decisione nel merito da parte di questa Corte, la causa deve essere rinviata ad altra sezione della Corte d’appello di Bologna;
che il giudice del rinvio provvederà anche sulle spese del giudizio di cassazione.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso; cassa il decreto impugnato e rinvia la causa, anche per le spese del giudizio di cassazione, ad altra sezione della Corte d’appello di Bologna.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della 2^ Sezione civile della Corte suprema di Cassazione, il 16 novembre 2011.
Depositato in Cancelleria il 22 dicembre 2011