Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 28283 del 04/11/2019
Cassazione civile sez. II, 04/11/2019, (ud. 11/09/2019, dep. 04/11/2019), n.28283
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CARRATO Aldo – Presidente –
Dott. PICARONI Elisa – Consigliere –
Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere –
Dott. SCARPA Antonio – Consigliere –
Dott. OLIVA Stefano – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 15876/2016 proposto da:
PREFETTURA – UFFICIO TERRITORIALE GOVERNO di COMO, in persona del
Prefetto pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI
PORTOGHESI n. 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO che la
rappresenta e difende;
– ricorrente -f
contro
VAIANI AUTOTRASPORTI SRL, IN LIQUIDAZIONE;
– intimata –
avverso la sentenza n. 1945/2015 del TRIBUNALE di COMO, depositata il
17/12/2015;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
11/09/2019 dal Consigliere Dott. STEFANO OLIVA.
Fatto
FATTI DI CAUSA
Con ricorso del 5.7.2012 Vaiani Autotrasporti S.r.l. interponeva opposizione avverso il verbale di contestazione di violazione della L. n. 298 del 1974, art. 46, elevato nei suoi confronti dalla Polizia Stradale di Grandate. La società ricorrente deduceva che la norma dianzi richiamata obbliga il vettore che esegua un trasporto internazionale di merce (nella fattispecie, dalla Svizzera all’Italia) ad essere in possesso di licenza comunitaria all’esportazione in corso di validità, ma non anche di conservarla, in originale o in copia, a bordo del mezzo di trasporto. Poichè in occasione della contestazione l’autista aveva dichiarato che la licenza si trovava presso la sede della società, gli operanti non avrebbero potuto elevare il verbale di contravvenzione impugnato.
Si costituiva la Prefettura contestando il ricorso ed invocandone il rigetto.
Con sentenza n. 1083/2012 il Giudice di Pace di Como accoglieva il ricorso ed annullava la sanzione, compensando le spese di lite.
Interponeva appello la Prefettura e rimaneva contumace la società Vaiani Autotrasporti S.r.l..
Con la sentenza oggi impugnata, n. 1945/2015, il Tribunale di Como rigettava il gravame confermando la sentenza di prime cure.
Propone ricorso per la cassazione di detta sentenza la Prefettura di Como affidandosi ad un unico motivo.
La Vaiani Autotrasporti S.r.l. in liquidazione, intimata, non ha svolto attività difensiva nel presente giudizio di legittimità.
Diritto
RAGIONI DELLA DECISIONE
Con l’unico motivo il ricorrente lamenta la violazione e falsa applicazione dell’art. 2697 c.c., L. n. 298 del 1974, art. 46, art. 5, par. 4 del regolamento 881/92/CE e 4 par. 4 del regolamento 1072/2009, in relazione all’art. 360 c.p.c., n. 3. Ad avviso della Prefettura, il Tribunale avrebbe dovuto valorizzare la circostanza che la L. n. 298 del 1974, art. 46, sanziona chiunque esegua un trasporto di cose con autoveicoli in violazione delle condizioni o limiti della licenza o autorizzazione; poichè su tutti i modelli di autorizzazione predisposti dall’Amministrazione e sulle circolari interne a quest’ultima è espressamente menzionato l’obbligo di portare la licenza o autorizzazione a bordo del veicolo, ciò basterebbe a ritenere integrata la violazione dianzi richiamata.
La censura è infondata.
Va infatti data continuità all’indirizzo di questa Corte, secondo cui “Per aversi trasporto di merci su strada in difetto di autorizzazione, sanzionato ai sensi della L. 6 giugno 1974, n. 298, art. 46, è necessario che venga effettuato un trasporto di merci da parte di chi non sia titolare della necessaria autorizzazione perchè non gli è mai stata rilasciata, restando invece irrilevante che l’autorizzazione non sia momentaneamente in suo possesso nel momento in cui viene accertata la violazione” (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 12697 del 30/05/2007, Rv. 597558).
Nè, per completezza, può accedersi alla diversa interpretazione prospettata dalla Prefettura ricorrente, posto che la violazione delle prescrizioni contenute nella licenza o autorizzazione non si configura in relazione a quanto previsto dai modelli in concreto predisposti dall’Amministrazione, che peraltro ben possono variare nel tempo ovvero contenere errori e omissioni, ma piuttosto quando in luogo della merce prevista ne viene trasportata una diversa (cfr. Cass. Sez. 2, Sentenza n. 23082 del 30/10/2009, Rv. 610018).
Da quanto precede consegue il rigetto del ricorso.
Nulla per le spese, in difetto di svolgimento di attività difensiva da parte del soggetto intimato.
Poichè il ricorso è stato proposto dall’Avvocatura dello Stato, non sussistono i presupposti processuali per porre a carico della parte ricorrente il versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per l’impugnazione, ai sensi del Testo Unico di cui al D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1-quater, inserito dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma 17.
P.Q.M.
la Corte rigetta il ricorso.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Seconda Civile, il 11 settembre 2019.
Depositato in Cancelleria il 4 novembre 2019