Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 27462 del 19/12/2011

Cassazione civile sez. VI, 19/12/2011, (ud. 05/12/2011, dep. 19/12/2011), n.27462

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 1

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente –

Dott. CAMPANILE Pietro – Consigliere –

Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere –

Dott. DE CHIARA Carlo – rel. Consigliere –

Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

sentenza

sul ricorso proposto da:

B.E. ((OMISSIS)), rappresentato e difeso,

per procura speciale a margine del ricorso, dall’avv. D’Avino

Arcangelo ed elett.te dom.to presso lo studio dell’avv. Alberto

D’Auria in Roma, Via Calcutta n. 45;

– ricorrente –

contro

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE;

– intimato –

avverso il decreto della Corte d’appello di Napoli n. 5886/08 VG

depositato il 10 dicembre 2009;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 5

dicembre 2011 dal Consigliere dott. Carlo DE CHIARA;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale dott.

PRATIS Pierfelice, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Fatto

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con il decreto impugnato la Corte d’appello di Napoli, nell’accogliere la domanda di equa riparazione ai sensi della L. 24 marzo 2001, n. 89, art. 2 proposta dal sig. B.E. in relazione all’irragionevole durata di un processo svoltosi davanti al Tribunale amministrativo regionale, ha ritenuto di ridurre l’entità dell’indennizzo annuo del danno non patrimoniale – determinato secondo gli standard della Corte europea dei diritti dell’uomo – in considerazione del ritardo con cui l’istante aveva presentato al giudice amministrativo la c.d. istanza di prelievo intesa a sollecitare la trattazione del procedimento: comportamento che integrava, a giudizio della Corte distrettuale, un concorso di colpa nella causazione del danno e dunque rilevava ai sensi dell’art. 1227 c.c..

Il B. ha quindi proposto ricorso per cassazione.

L’amministrazione intimata non ha resistito.

In camera di consiglio il Collegio ha deliberato che la motivazione della presente sentenza sia redatta in maniera semplificata, non ponendosi questioni rilevanti sotto il profilo della nomofilachia.

Diritto

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. – Con il primo motivo di ricorso, denunciando violazione di norme di diritto, si deduce che secondo la giurisprudenza di legittimità la durata irragionevole del processo dinanzi al giudice amministrativo va computata indipendentemente dalla presentazione o meno dell’istanza di prelievo.

2. – Con il secondo motivo, denunciando vizio di motivazione, si lamenta che la Corte d’appello non abbia motivato lo scostamento dagli standard di determinazione del danno non patrimoniale.

3. – Entrambi i motivi sono inammissibili in quanto pongono questioni estranee alla ratio della decisione impugnata.

La Corte d’appello, invero, non ha affermato che la decorrenza del termine di ragionevole durata del processo amministrativo presupposto sia influenzata dalla presentazione o meno dell’istanza di prelievo;

ha invece ritenuto di tener conto del ritardo nella presentazione dell’istanza quale elemento che comportava un concorso di colpa dell’avente diritto rilevante ai fini dell’art. 1227 c.c., comma 2, ed ha in tal modo motivato lo scostamnento dagli standard. Il ricorrente, però, non coglie affatto tale ragionamento e dunque non lo censura.

4. – Il ricorso va in conclusione dichiarato inammissibile.

In mancanza di attività difensiva della parte intimata non vi è luogo a provvedere sulle spese processuali.

P.Q.M.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso.

Così deciso in Roma, il 5 dicembre 2011.

Depositato in Cancelleria il 19 dicembre 2011

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