Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 26611 del 23/11/2020
Cassazione civile sez. II, 23/11/2020, (ud. 07/10/2020, dep. 23/11/2020), n.26611
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. MANNA Felice – Presidente –
Dott. BELLINI Ubaldo – Consigliere –
Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere –
Dott. FALASCHI Milena – Consigliere –
Dott. DONGIACOMO Giuseppe – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 22359-2019 proposto da:
H.E., rappresentato e difeso dall’Avvocato SIMONA GIANNANGELI,
presso il cui studio a L’Aquila, via Manzoni 13, elettivamente
domicilia, per procura speciale in calce al ricorso;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELL’INTERNO, rappresentato e difeso dall’Avvocatura
Generale dello Stato, presso i cui uffici a Roma, via dei Portoghesi
12, domicilia per legge;
– intimato –
avverso il DECRETO n. 1693/2019 del TRIBUNALE DI L’AQUILA, depositato
il 19/6/2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non
partecipata del 7/10/2020 dal Consigliere DONGIACOMO GIUSEPPE.
Fatto
FATTI DI CAUSAFATTI DI CAUSA
H.E., nato in (OMISSIS), ha impugnato il provvedimento con il quale la commissione territoriale ha respinto la sua domanda di protezione internazionale.
Il tribunale di L’Aquila, con il decreto in epigrafe, ha rigettato il ricorso.
H.E., con ricorso notificato il 15/7/2019, ha chiesto, per due motivi, la cassazione del decreto.
Il ministero dell’interno ha resistito con controricorso.
Diritto
RAGIONI DELLA DECISIONE
1.1. Il ricorso è inammissibile.
1.2. La procura in calce al ricorso, invero, non contiene neppure l’indicazione della data di rilascio per cui, in violazione del D.Lgs. n. 25 del 2008, art. 35-bis, comma 13, quinto periodo, non risulta la prescritta certificazione, da parte del difensore, della “data del rilascio in suo favore”, imposta al fine di dar conto, a pena di inammissibilità del ricorso, del suo conferimento “in data successiva alla comunicazione del decreto impugnato”.
1.3. Questa Corte, del resto, ha statuito che “è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del D.Lgs. n. 25 del 2008, art. 35-bis, comma 13, nella parte in cui stabilisce che la procura alle liti per la proposizione del ricorso per cassazione debba essere conferita, a pena di inammissibilità, in data successiva alla comunicazione del decreto da parte della cancelleria, poichè tale previsione non determina una disparità di trattamento tra la parte privata ed il Ministero dell’interno, che non deve rilasciare procura, armonizzandosi con il disposto dell’art. 83 c.p.c., quanto alla specialità della procura, senza escludere l’applicabilità dell’art. 369 c.p.c., comma 2, n. 3” (Cass. n. 17717 del 2018).
1.4. In fattispecie analoga, poi, questa Corte ha ritenuto l’inammissibilità della “procura su foglio separato e spillato in calce” ove “niente consente di dire che la procura sia stata giustappunto rilasciata dopo la comunicazione del provvedimento impugnato, atteso che sulla procura anzidetta non risulta apposta nè la data di conferimento, nè attestazione veruna” (Cass. n. 30620 del 2019).
1.5. In effetti, in materia di protezione internazionale, vale il principio per cui, ai sensi del D.Lgs. n. 25 del 2008, art. 35-bis, comma 13, il conferimento della procura alle liti per proporre il ricorso per cassazione, al fine di assolvere al requisito della posteriorità alla comunicazione del decreto impugnato, va certificato nella sua data di rilascio dal difensore, con la conseguenza che è inammissibile il ricorso nel quale la procura (nella specie, apposta in calce all’atto) non indica la data in cui essa è stata conferita, non assolvendo alla funzione certificatoria la sola autentica della firma, nè il citato requisito potendo discendere dalla mera inerenza all’atto steso a fianco o dalla sequenza notificatoria (Cass. n. 1047 del 2020).
1.6. Nulla per le spese di lite, in difetto di vera e propria attività difensiva ad opera del ministero resistente.
1.7. La Corte dà atto, ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 – quater, nel testo introdotto dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma 17, della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1-bis, se dovuto.
P.Q.M.
La Corte così provvede: dichiara l’inammissibilità del ricorso; dà atto, ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, nel testo introdotto dalla L. n. 228 del 2012, art. 1, comma 17, della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1-bis, se dovuto.
Così deciso in Roma, nella Camera di Consiglio della Seconda Sezione Civile, il 7 ottobre 2020.
Depositato in Cancelleria il 23 novembre 2020