Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 24299 del 28/10/2013


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Civile Ord. Sez. 6 Num. 24299 Anno 2013
Presidente: CICALA MARIO
Relatore: COSENTINO ANTONELLO

ORDINANZA
sul ricorso 30712-2011 proposto da:
AGENZIA DEL TERRITORIO 80416110585 in persona del
Direttore pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI
PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO
STATO, che la rappresenta e difende, ope legis;
– ricorrente contro
CASTALDO FERDINANDO, elettivamente domiciliato in ROMA,
CORSO TRIESTE 185, presso lo studio dell’avvocato VERSACE
RAFFAELE, rappresentato e difeso dall’avvocato PELLEGRINO
RAFFAELE, giusta procura a margine del controricorso;
– controricorrente nonchè contro
PELLEGRINO GIUSEPPINA;

Data pubblicazione: 28/10/2013

;»,,

– intimata avverso la sentenza n. 253/29/2010 della Commissione Tributaria
Regionale dì NAPOLI del 20.10.2010, depositata il 27/10/2011;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del

COSENTINO.
E’ presente il Procuratore Generale in persona del Dott. RAFFAELE
CENICCOLA.
rilevato che, ai sensi dell’art. 380 bis cod. proc. civ., è stata depositata in
cancelleria la relazione di seguito integralmente trascritta:
« L’Agenzia del Territorio ricorre per cassazione avverso la sentenza con
cui la Commissione Tributaria Regionale della Campania ha rigettato
l’appello dell’Ufficio avverso la sentenza della Commissione Tributaria
Provinciale di Napoli.
La pronuncia di primo grado aveva accolto il ricorso dei sig.ri Ferdinando
Castaldo e Giuseppina Pellegrino avverso l’avviso di classamento con cui l’
Agenzia del Territorio, sollecitata dal Comune di Napoli, aveva provveduto a
variare il classamento di un’unità immobiliare di loro pertinenza.
Solo il contribuente Ferdinando Castaldo si è costituito in questa sede,
contestando le argomentazioni della difesa erariale.
Il ricorso deve essere rigettato
La Commissione Tributaria Regionale ha annullato l’avviso di classamento, tra
l’altro, per la ritenuta genericità e insufficienza della motivazione dell’avviso
impugnato.
Questa statuizione forma oggetto del motivo di ricorso con cui l’Agenzia,
richiamando l’articolo 7 1. 212/00, censura la sentenza gravata per violazione e
falsa applicazione della disciplina della motivazione degli atti catastali.
Il motivo va disatteso, perché l’assunto della difesa erariale secondo cui, in
relazione agli immobile urbani a destinazione ordinaria, l’avviso di
classamento catastale sarebbe sufficientemente motivato con la mera
indicazione dei dati tecnici (categoria, classe, consistenza e rendita) contrasta
col principio recentemente espresso da questa Corte (si veda l’ ordinanza n.
19956 del 14 novembre 2012, che fa seguito alla sentenza n. 9629 del 13
giugno 2012) – che “La motivazione del provvedimento di riclassamento di un
immobile già munito di rendita catastale deve esplicitare se il nuovo
classamento sia stato adottato, ai sensi del comma 336 dell’articolo 1 l.
311/04, in ragione di trasformazioni edilizie subite dall’unità immobiliare,
recando, in tal caso, l’analitica indicazione di tali trasformazioni; oppure se
il nuovo classamento sia stato adottato, ai sensi del comma 335 dell’articolo 1
l. 311/04, nell’ambito di una revisione dei parametri catastali della microzona
in cui l’immobile è situato, giustificata dal significativo scostamento del
rapporto tra valore di mercato e valore catastale in tale microzona rispetto
Ric. 2011 n. 30712 sez. MT – ud. 25-09-2013
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25/09/2013 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONELLO

che solo il contribuente Castaldo si è costituito in questa sede, depositando
controri corso;
che la relazione è stata comunicata al Pubblico Ministero e notificata alle parti
costituite;
che non sono state depositate memorie difensive.
Considerato che il Collegio, a seguito della discussione in camera di consiglio,
condivide la proposta del relatore, salvo precisare, in fatto, che l’oggetto del
contendere è costituito non da una ma da diverse unità immobiliari;
Ric. 2011 n. 30712 sez. MT – ud. 25-09-2013
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all’analogo rapporto nell’ insieme delle microzone comunali, recando, in tal
caso, la specifica menzione dei suddetti rapporti e del relativo scostamento;
oppure, ancora, se il nuovo classamento sia stato adottato ai sensi del comma
58 dell’articolo 3 l. 662/96 in ragione della constatata manifesta
incongruenza tra il precedente classamento dell’unità immobiliare e il
classamento di fabbricati similari aventi caratteristiche analoghe, recando,
in tal caso, la specifica individuazione di tali fabbricati, del loro classamento
e delle caratteristiche analoghe che li renderebbero similari all’unità
immobiliare oggetto di riclassamento.”
Ciò perché, come si chiarisce nella motivazione
della suddetta ordinanza, la
revisione della classificazione di un immobile – sia che essa sia stata avviata ai
sensi del comma 335 dell’articolo I della legge 311/2004, sia che essa sia stata
avviata ai sensi del comma 336 dello stesso articolo, sia che essa sia stata
avviata ai sensi del comma 58 dell’articolo 3 della legge 662/96 – deve in ogni
caso essere motivata in termini che esplicitino in maniera intellegibile le
specifiche giustificazioni della riclassificazione concretamente operata, nel
rispetto del disposto dell’articolo 7 della legge 212/00, laddove prescrive che
negli atti dell’amministrazione finanziaria vengano indicati “i presupposti di
fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione
dell’amministrazione”. Proprio la molteplicità delle possibili causali che
possono in concreto esser poste alla base di un atto di riclassamento, infatti,
impone che la motivazione di un tale atto dia conto della causale concreta per
la quale quello specifico atto è stato adottato, cosicché il contribuente sia
messo in grado di comprenderla e di valutare le sue opportunità di difesa. La
motivazione dell’atto di riclassamento, in sostanza, non può risolversi in un
generico elenco di causali astratte, prive di riferimenti specifici alla fattispecie
concreta e non univocamente collegate al parametro normativo richiamato
nell’atto stesso.
Il rigetto della doglianza della ricorrente avverso la statuizione della
Commissione Tributaria Regionale relativa alla illegittimità dell’atto di
riclassamento per 1′ inadeguatezza della relativa motivazione elide 1′ interesse
della stessa ricorrente ad una pronuncia sugli altri motivi di ricorso, perché il
difetto di motivazione dell’atto dell’Ufficio costituisce ragione
autonomamente sufficiente a sorreggere la pronuncia di annullamento di tale
atto contenuta nella sentenza gravata.
Si propone il rigetto del ricorso..»

che pertanto, riaffermati i principi sopra richiamati, il ricorso va rigettato;
che non vi è luogo a regolazione di spese tra la ricorrente e l’intimata non
costituita, sig.ra Pellegrino, mentre le spese si compensano tra la ricorrente e il
contro ricorrente Castaldo, in ragione della esistenza di difformi precedenti di
questa Corte.

La Corte rigetta il ricorso e compensa le spese tra la ricorrente e il contro
ricorrente Castaldo.
Così deciso in Roma il 25 settembre 2013.

P.Q.M.

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