Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 23605 del 21/11/2016
Cassazione civile sez. VI, 21/11/2016, (ud. 28/09/2016, dep. 21/11/2016), n.23605
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE T
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente –
Dott. MANZON Enrico – Consigliere –
Dott. IOFRIDA Giulia – Consigliere –
Dott. CRUCITTI Roberta – rel. Consigliere –
Dott. CONTI Roberto Giovanni – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 999/2015 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE, C.F. (OMISSIS), in persona del Direttore pro
tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12,
presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e
difende;
– ricorrente –
contro
F.M., elettivamente domiciliato in ROMA PIAZZA CAVOUR presso
la CORTE DI CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall’avvocato
FRANCESCO D’ANGELO, giusta procura speciale in calce al
controricorso;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 8395/50/2014 della COMMISSIONE TRIBUTARIA
REGIONALE della CAMPANIA depositata il 07/10/2014;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
28/09/2016 dal Consigliere Relatore Dott. Roberta Crucitti;
udito l’Avvocato Francesco D’Angelo, per il controricorrente, che si
riporta agli scritti.
Fatto
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Nella controversia concernente l’impugnazione da parte di F.M., medico generico convenzionato, del silenzio rifiuto opposto ad istanza di rimborso dell’IRAP, versata negli anni dal 2004 al 2008, la C.T.R. della Campania, con la sentenza indicata in epigrafe, riformava parzialmente la decisione di primo grado di accoglimento del ricorso, riconoscendo il diritto al rimborso solo per l’annualità 2006, in quanto, nella specie, l’attività professionale non era dotata di autonoma organizzazione, non essendo all’uopo rilevante la disponibilità di un dipendente con rapporto part-time.
Avverso la sentenza ricorre, su unico motivo, l’Agenzia delle Entrate.
Il contribuente resiste con controricorso.
A seguito di deposito di relazione ex art. 380 bis c.p.c., è stata fissata l’adunanza della Corte in Camera di consiglio, con rituali comunicazioni.
L’unico motivo con il quale si deduce la violazione e falsa applicazione del D.Lgs. n. 446 del 1997, artt. 2 e 3, è manifestamente infondato.
Il contrasto giurisprudenziale formatosi sulla res controversa è stato, di recente, composto dalle Sezioni Unite di questa Corte le quali, con la sentenza n. 9451/2016, hanno statuito, con riguardo al presupposto dell’IRAP, il seguente principio di diritto: il requisito dell’autonoma organizzazione – previsto dal D.Lgs. 15 settembre 1997, n. 446, art. 2, il cui accertamento è rimesso al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente:
a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse;
b) impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l’id plerumque accidit, il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui che superi la soglia dell’impiego di un collaboratore che esplichi mansioni di segreteria ovvero meramente esecutive.
Alla luce di tale principio, la sentenza impugnata, la quale ha ritenuto irrilevante ai fini impositivi la presenza di un dipendente part-time è immune da censure.
Ne consegue il rigetto del ricorso con compensazione delle spese processuali, attesa la novità della soluzione del contrasto giurisprudenziale.
PQM
La Corte rigetta il ricorso.
Così deciso in Roma, il 28 settembre 2016.
Depositato in Cancelleria il 21 novembre 2016