Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 22891 del 04/11/2011

Cassazione civile sez. lav., 04/11/2011, (ud. 06/10/2011, dep. 04/11/2011), n.22891

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE LAVORO

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MIANI CANEVARI Fabrizio – Presidente –

Dott. LA TERZA Maura – Consigliere –

Dott. MAISANO Giulio – Consigliere –

Dott. FILABOZZI Antonio – rel. Consigliere –

Dott. MANCINO Rosanna – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

sentenza

sul ricorso proposto da:

I.N.P.S. – ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE, in persona

del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato in

ROMA, VIA DELLA FREZZA N. 17, presso l’Avvocatura Centrale

dell’Istituto, rappresentato e difeso dagli avvocati RICCIO

ALESSANDRO, VALENTE NICOLA, GIANNICO GIUSEPPINA, giusta delega in

atti;

– ricorrente –

contro

S.S., S.E., S.P., D.

G.A., nella qualità di eredi di S.V.,

domiciliati in ROMA, PIAZZA CAVOUR, presso LA CANCELLERIA DELLA CORTE

SUPREMA DI CASSAZIONE, rappresentati e difesi dall’avvocato CREMONA

ANTONINO MARIA, giusta delega in atti;

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 1092/2006 della CORTE D’APPELLO di PALERMO,

depositata il 08/11/2006 R.G.N. 1561/04;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del

06/10/2011 dal Consigliere Dott. ANTONIO FILABOZZI;

udito l’Avvocato PULLI CLEMENTINA per delega RICCIO ALESSANDRO;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.

MATERA Marcello che ha concluso per: in via principale dichiarazione

di inammissibilità, in subordine accoglimento del ricorso.

Fatto

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

S.V. ha chiesto il riconoscimento del proprio diritto alla corresponsione dell’indennità integrativa speciale sulla pensione cat. PI erogatagli dall’INPS, diritto che gli era stato negato dall’Istituto per essere egli titolare di altra pensione militare a carico dell’INPDAP. Il Tribunale di Agrigento ha rigettato la domanda con sentenza che, su ricorso del pensionato, è stata riformata dalla Corte d’appello di Palermo, che l’ha accolta con sentenza depositata in data 8.11.2006, sul rilievo che, nell’ipotesi di titolarità di una pensione a carico dell’INPS e di una pensione a carico dello Stato, non opera il divieto di cumulo della indennità integrativa speciale stabilito dalla L. n. 843 del 1978, art. 19 e dal D.P.R. n. 1092 del 1973, art. 99.

Avverso tale sentenza ricorre per cassazione l’INPS affidandosi ad un unico motivo di ricorso cui resistono con controricorso gli eredi di S.V.. Questi ultimi hanno depositato anche memoria ex art. 378 c.p.c., unitamente alla sentenza impugnata e notificata alla controparte in data 27.12.2006, deducendo la tardività del ricorso per cassazione.

Diritto

MOTIVI DELLA DECISIONE

1.- Con l’unico motivo si denuncia violazione del D.P.R. n. 1092 del 1973, art. 99 e della L. n. 843 del 1978, art. 19 chiedendo a questa Corte di stabilire se “sia o meno consentito al titolare di due pensioni (ed indipendentemente dal soggetto erogatore) di fruire dell’indennità integrativa speciale in misura piena su entrambe le prestazioni o se, invece, ciò sia consentito … solo ove una delle due pensioni sia al di sotto del ed. trattamento minimo Inps e solo nei limiti necessari per raggiungere l’importo di tale trattamento minimo”.

2.- Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per inosservanza del termine breve per l’impugnazione della sentenza, stabilito a pena di decadenza dall’art. 326 c.p.c. Come questa Corte ha più volte affermato – cfr. ex plurimis Cass. sez. unite n. 698372005 – l’inamissibilità dell’impugnazione derivante dall’inosservanza dei termini all’uopo stabiliti a pena di decadenza è correlata alla tutela di interessi di carattere generale e, come tale, è insanabile e rilevabile d’ufficio. Nella specie, la notificazione della sentenza, come risulta dalla copia notificata prodotta dal controricorrente unitamente alla memoria ex art. 378 c.p.c. – osservato il disposto di cui all’art. 372 c.p.c., comma 2, – è stata eseguita nelle forme di cui agli artt. 285 e 170 c.p.c. presso il procuratore domiciliatario dell’INPS in data 27.12.2006, mentre la notifica del ricorso per cassazione è stata effettuata solo in data 19.5.2007, e quindi oltre il termine di sessanta giorni stabilito dall’art. 325 c.p.c. per la notifica di tale atto.

3.- Il ricorso va quindi dichiarato inammissibile.

Le spese del giudizio di legittimità seguono la soccombenza e vengono distratte in favore del procuratore antistatario.

PQM

La Corte dichiara inammissibile il ricorso; condanna il ricorrente al pagamento delle spese del presente giudizio liquidate in Euro 40,00 oltre Euro 2.500,00 per onorari, oltre IVA, CPA e spese generali, disponendone la distrazione a favore dell’avv. A. M. Cremona, antistatario.

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio, il 6 ottobre 2011.

Depositato in Cancelleria il 4 novembre 2011

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