Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 22025 del 21/09/2017


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Cassazione civile, sez. VI, 21/09/2017, (ud. 17/05/2017, dep.21/09/2017),  n. 22025

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE T

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CIRILLO Ettore – Presidente –

Dott. MANZON Enrico – Consigliere –

Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere –

Dott. VELLA Paola – rel. Consigliere –

Dott. SOLAINI Luca – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 1211-2016 proposto da:

AGENZIA DELLE ENTRATE, (OMISSIS), in persona del Direttore pro

tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12,

presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e

difende ope legis;

– ricorrente –

contro

B.A., elettivamente domiciliato in ROMA PIAZZA CAVOUR

presso la CASSAZIONE, rappresentato e difeso dagli avvocati SIMONE

MARIO BRUSATORI, ROBERTO DE MAIO;

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 2655/2015 della COMMISSIONE TRIBUTARIA

REGIONALE di MILANO, depositata il 16/06/2015;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non

partecipata del 17/05/2017 dal Consigliere Dott. PAOLA VELLA.

Fatto

RILEVATO

che:

1. con riguardo ad avviso di accertamento per Irpef e Add. Com. Reg. dell’anno d’imposta 2008, recante la rideterminazione del reddito del contribuente sulla base del cd. redditometro, l’amministrazione ricorrente deduce la “violazione e falsa applicazione del D.P.R. n. 600 del 1973, art. 38 e del D.M. 10 settembre 1992” – laddove la C.T.R. ha affermato che “per determinare la capacità contributiva della famiglia deve farsi riferimento al reddito di tutti i partecipanti, complessivamente, evitando di riferire gli indici di capacità contributiva ad uno solo dei componenti del nucleo familiare” – osservando che in realtà, “ai fini della determinazione sintetica del reddito complessivo netto delle persone fisiche, assume rilevanza la disponibilità dei beni e servizi indicati nella tabella allegata allo stesso decreto ministeriale” in capo alla singola persona fisica, e non ad una “entità autonoma e allo stato giuridicamente inesistente ai fini fiscali quale è la famiglia, e comunque “nel caso di specie gli indici di capacità contributiva venivano imputati all’effettivo titolare e il reddito accertato sinteticamente attraverso tali indici veniva diminuito dai redditi prodotti e dichiarati dai familiari del contribuente, considerando, dunque, l’apporto degli stessi al tenore di vita accertato dall’Ufficio”;

2. all’esito della camera di consiglio, il Collegio ha disposto l’adozione della motivazione in forma semplificata.

Diritto

CONSIDERATO

che:

3. il ricorso, esente dal vizio di inammissibilità per difetto di autosufficienza sollevato dal controricorrente, è fondato, alla luce del consolidato orientamento di questa Corte in base al quale il D.P.R. n. 600 del 1973, art. 38, che disciplina, fra l’altro, il metodo di accertamento sintetico del reddito, prevede – nel testo vigente ratione temporis (tra la L. n. 413 del 1991, e il D.L. n. 78 del 2010, convertito in L. n. 122 del 2010) – “da un lato (comma 4), la possibilità di presumere il reddito complessivo netto sulla base della valenza induttiva di una serie di elementi e circostanze di fatto certi, costituenti indici di capacità contributiva, connessi alla disponibilità di determinati beni o servii ed alle spese necessarie per il loro utilizzo e mantenimento (in sostanza, un accertamento basato sui presunti consumi); dall’altro (comma 5), contempla le “spese per incrementi patrimoniali, cioè quelle – di solito elevate sostenute per l’acquisto di beni destinati ad incrementare durevolmente il patrimonio del contribuente. Resta salva, in ogni caso, ai sensi dell’art. 38 cit., comma 6, la prova contraria, consistente nella dimostrazione documentale della sussistenza e del possesso, da parte del contribuente, di redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (con riferimento alla complessiva posizione reddituale dell’intero suo nucleo familiare, costituito dai coniugi conviventi e dai figli, soprattutto minori: Cass. n. 5365 del 2014), o, più in generale, nella prova che il reddito presunto non esiste o esiste in misura inferiore (Cass. nn. 20588 del 2005, 9539 del 2013)” (ex multis, Cass. Sez. 5, n. 4793/17; Cass. Sez. 6-5, n. 1385/17);

4. la sentenza impugnata si è discostata da detto orientamento, poichè la rilevanza della situazione familiare opera ai fini non già della disponibilità dei beni e servizi indici di capacità contributiva, bensì dell’incidenza dei redditi percepiti dagli altri componenti del nucleo familiare, nel caso di specie debitamente considerata, come emerge dall’avviso di accertamento riprodotto tra le pagine 3 e 4 del ricorso;

5. la sentenza va quindi cassata con rinvio per nuovo esame.

PQM

 

Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla C.T.R. della Lombardia, in diversa composizione, cui demanda di provvedere anche sulle spese del giudizio di legittimità.

Motivazione semplificata.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 17 maggio 2017.

Depositato in Cancelleria il 21 settembre 2017

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