Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 21922 del 28/10/2016
Cassazione civile sez. VI, 28/10/2016, (ud. 13/09/2016, dep. 28/10/2016), n.21922
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE L
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. ARIENZO Rosa – Presidente –
Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere –
Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere –
Dott. MANCINO Rossana – Consigliere –
Dott. PAGETTA Antonella – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso 18877/2015 proposto da:
POSTE ITALIANE SPA, (OMISSIS), – società con socio unico – in
persona del Responsabile della Direzione Affari Legali,
elettivamente domiciliata in ROMA, V.LE EUROPA 190, presso l’AREA
LEGALE TERRITORIALE CENTRO DI POSTE ITALIANE, rappresentata e difesa
dall’avvocato ROBERTA AIAZZI, giusta procura a margine del ricorso;
– ricorrente –
contro
L.A., elettivamente domiciliata in ROMA, VIA CIPRO 77,
presso lo studio dell’avvocato GERARDO RUSSILLO, che la rappresenta
e difende giusta mandato in calce al controricorso;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 9086/2014 della CORTE D’APPELLO di ROMA
30/01/2012, depositata il 14/01/2015;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del
13/09/2016 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONELLA PAGETTA;
udito l’Avvocato De Rose Dora (delega verbale avvocato Aiazzi)
difensore della ricorrente che deposita l’atto di rinuncia.
Fatto
FATTO E DIRITTO
Poste Italiane s.p.a. ha chiesto la cassazione della sentenza n. 9086/2014 della Corte di appello di Roma. La parte intimata ha depositato tempestivo controricorso.
Successivamente è stato depositato atto di rinunzia di Poste, notificato a controparte con allegato verbale di conciliazione in sede sindacale.
Dal verbale in data (OMISSIS) risulta che in relazione alla presente controversia è stato raggiunto un accordo transattivo; nell’ambito di tale accordo le parti hanno dato espressamente atto dell’intervenuta amichevole e definitiva conciliazione a tutti gli effetti di legge e dichiarato che – in caso di fasi giudiziali ancora aperte – le stesse saranno definite in coerenza con il presente verbale.
La definizione transattiva della lite determina il venir meno della posizione di contrasto tra le parti per cui deve essere dichiarata la cessazione della materia del contendere.
Alla luce dell’intervenuto accordo conciliativo si ravvisano giusti motivi di compensazione delle spese di lite.
Non sussistono i presupposti per il versamento, da parte della società ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto dal D.P.R. 30 maggio, art. 13, comma 1 quater, introdotto dalla L. 24 dicembre 2012, n. 228, art. 1, comma 17 (legge di stabilità 2013), applicabile ratione temporis, atteso che l’obbligo del pagamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto dalla stessa norma, è collegato al fatto oggettivo del rigetto integrale o della definizione in rito, negativa per l’impugnante, del gravame (Cass. n. 10306 del 13 maggio 2014), condizione insussistente nella specie.
P.Q.M.
La Corte dichiara cessata la materia del contendere. Compensa le spese di lite.
Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, dà atto della non sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1 bis.
Così deciso in Roma, il 13 settembre 2016.
Depositato in Cancelleria il 28 ottobre 2016