Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 21857 del 28/10/2016
Cassazione civile sez. trib., 28/10/2016, (ud. 06/10/2016, dep. 28/10/2016), n.21857
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CHINDEMI Domenico – Presidente –
Dott. DE MASI Oronzo – Consigliere –
Dott. ZOSO Liana Maria Teresa – Consigliere –
Dott. MELONI Marina – Consigliere –
Dott. SOLAINI Luca – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso 23557-2012 proposto da:
RISCOSSIONE SICILIA SPA, in persona del legale rappresentante pro
tempore, elettivamente domiciliato in ROMA VIA TIBULLO 20, presso lo
studio dell’avvocato MARIA TARANTINO, rappresentato e difeso
dall’avvocato GIOVANNI DI SALVO giusta delega in atti;
– ricorrente –
contro
G.V.;
– intimato –
avverso la sentenza n. 30/2012 della COMM.TRIB.REG. di PALERMO,
depositata il 05/03/2012;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del
06/10/2016 dal Consigliere Dott. LUCA SOLAINI;
udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DEL
CORE Sergio, che ha concluso per il rigetto in subordine
accoglimento del ricorso.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
La controversia concerne l’impugnazione dell’atto d’iscrizione ipotecaria emessa dal concessionario della riscossione a tutela di un credito portato da cartelle esattoriali. Il ricorrente ha lamentato l’omessa notifica dell’intimazione a pagare, D.P.R. n. 602 del 1973, ex art. 50, comma 2, oltre che altre eccezioni sul difetto di notifica delle cartelle impugnate e sulla regolarità formale delle stesse.
La CTP rigettava il ricorso, mentre la CTR, in riforma della sentenza di primo grado, accoglieva l’appello e le ragioni della parte contribuente.
Avverso quest’ultima pronuncia, il concessionario della riscossione ha proposto ricorso davanti a questa Corte di Cassazione sulla base di un unico motivo illustrato da memoria, mentre il contribuente non ha spiegato difese scritte.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con l’unico motivo di ricorso, Riscossione Sicilia SpA denuncia il vizio di violazione di legge, in particolare del D.P.R. n. 602 del 1973, artt. 50 e 77, in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3, in quanto, l’obbligo di notifica dell’avviso d’intimazione non sarebbe applicabile all’iscrizione d’ipoteca che non costituisce un atto dell’espropriazione forzata, come richiesto, invece, dal D.P.R. n. 602 del 1973, art. 50, comma 2, ma che ha soltanto natura cautelare propedeutica all’espropriazione stessa.
Il motivo non merita adesione.
E’, infatti, insegnamento di questa Corte, quello secondo cui “In tema di riscossione coattiva delle imposte, l’Amministrazione finanziaria prima di iscrivere l’ipoteca su beni immobili ai sensi del D.P.R. n. 602 del 1973, art. 77 (nella formulazione vigente “ratione temporis”), deve comunicare al contribuente che procederà alla suddetta iscrizione, concedendo al medesimo un termine – che può essere determinato, in coerenza con analoghe previsioni normative (da ultimo, quello previsto dal D.P.R. n. 602 del 1973, art. 77, comma 2 bis, come introdotto dal D.L. 14 maggio 2011, n. 70, conv. con modif dalla L. 12 luglio 2011, n. 106), in trenta giorni – per presentare osservazioni od effettuare il pagamento, dovendosi ritenere che l’omessa attivazione di tale contraddittorio endoprocedimentale comporti la nullità dell’iscrizione ipotecaria per violazione del diritto alla partecipazione al procedimento, garantito anche dagli artt. 41, 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali della Unione europea, fermo restando che, attesa la natura reale dell’ipoteca l’iscrizione mantiene la sua efficacia fino alla sua declaratoria giudiziale d’illegittimità” (Cass. sez. un. n. 19667/14, 23875/15, 13115/16). Nel caso di specie, invece, il concessionario ha provveduto all’iscrizione dell’ipoteca, senza attivare un previo contraddittorio procedimentale con il contribuente (quale diritto fondamentale, a tutela del proprio patrimonio, sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea), per consentirgli di presentare osservazioni ovvero per effettuare il pagamento, evitando, in tal modo l’iscrizione del gravame ipotecario, sul bene di sua proprietà. Il concessionario nella presente vicenda ha erroneamente provveduto direttamente all’iscrizione ipotecaria, non consentendo al contribuente di adempiere alla pretesa impositiva, senza ulteriori pregiudizi patrimoniali.
Il mancato svolgimento di difese scritte da parte del contribuente esonera il Collegio dal provvedere sulla regolamentazione delle spese.
PQM
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Rigetta il ricorso.
Così deciso il Roma, nella Camera di consiglio, il 6 ottobre 2016.
Depositato in Cancelleria il 28 ottobre 2016