Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 21415 del 18/09/2013


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Civile Ord. Sez. 6 Num. 21415 Anno 2013
Presidente: IANNIELLO ANTONIO
Relatore: MANNA ANTONIO

ORDINANZA
sul ricorso 10119-2011 proposto da:
INPS – ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE 80078750587
in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato
in ROMA, VIA DELLA FREZZA 17, presso l’AVVOCATURA CENTRALE
DELL’ISTITUTO, rappresentato e difeso dagli avvocati CORETTI ANTONIETTA,
DE ROSE EMANUELE, TRIOLO VINCENZO, STUMPO VINCENZO, giusta
procura in calce al ricorso;
– ricorrente contro
DI FRANCESCO COSIMO;
– intimato –

633=9.

1

Data pubblicazione: 18/09/2013

,

R.G. n. 10119/11
Ud. 5.7.13
INPS c. Di Francesco

avverso la sentenza n. 5808/2010 della CORTE D’APPELLO di BARI del 16.11.2010,
depositata il 22/12/2010;

Consigliere Relatore Dott. ANTONIO MANNA;
udito per il ricorrente l’Avvocato Emanuele De Rose che ha chiesto l’accoglimento del
ricorso.
E’ presente il Procuratore Generale in persona del Dott. GIULIO ROMANO che si
riporta alla relazione scritta.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO e MOTIVI DELLA DECISIONE
I Il consigliere relatore nominato ai sensi dell’art. 377 c.p.c. ha depositato la seguente relazione

ai sensi degli artt. 380-bis e 375 c.p.c.:
“1. – Con ricorso al Tribunale di Foggia Cosimo Di Francesco, operaio agricolo a tempo
determinato, conveniva in giudizio l’INPS chiedendo che venisse accertato il proprio diritto alla
liquidazione d’un maggior importo di trattamento di disoccupazione agricola che includesse, nella
relativa base di calcolo, anche la voce denominata “quota di TFR”.
In riforma della sentenza di rigetto emessa in prime cure, la Corte d’appello di Bari, con
pronuncia n. 5808/10, accoglieva la domanda.
2. — Per la cassazione della pronuncia della Corte territoriale ricorre l’INPS, affidandosi ad un
unico motivo.
2.1. — Parte intimata è rimasta tale.
3. — Con l’unico motivo di ricorso l ‘INPS lamenta violazione degli artt. 46, 51 e 55 del CCNL
operai agricoli e florovivaisti del 10.7.2002 in relazione all’art. 6, co. 4, lett. a), d.lgs. n. 314/97, e
all’art. 3 dl. 14.6.96 n. 318, convertito in legge 29.7.96 n. 402, nonché in relazione agli artt. 1362
e ss. c. c., 2120 c. c. e all’art. 4, commi 10 e 11, legge n. 297/82 censurando la sentenza per avere
incluso, nella retribuzione da prendere a base per la liquidazione dell’indennità di disoccupazione
agricola, anche la voce denominata “quota di TFR”.
4. — Il ricorso è manifestamente fondato, alla stregua della ormai consolidata giurisprudenza di
questa S. C. (v., da ultimo, Cass. n. 202/2011 e numerose altre conformi alla precedente sentenza n.

2

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 05/07/2013 dal

i

R.G. n. 10119/11
Ud. 5.7.13
INPS c. Di Francesco

10546/07), secondo cui, ai fini della liquidazione delle prestazioni temporanee in agricoltura, la
nozione di retribuzione definita dalla contrattazione collettiva da porre a confronto con il salario

4.1. — Tale principio merita di essere ribadito anche in questa sede. La voce denominata “quota
di TFR” dai contratti collettivi vigenti a partire da quello del 27.11.1991 va esclusa dal computo
dell’indennità di disoccupazione, in ragione della volontà espressa dalle parti stipulanti, volontà
che è vietato disattendere ai sensi dell’art. 3 d. 1. 14.6.96 n. 318, convertito con modificazioni in
legge 29.7.96 n. 402, a norma del quale, agli effetti previdenziali, la retribuzione dovuta in base
agli accordi collettivi non può essere individuata in difformità rispetto a quanto definito negli
accordi stessi.
4.2. — La summenzionata giurisprudenza di questa S. C. ha, poi, trovato esplicito avallo nel dl.
6.7.2011 n. 98, convertito, con modificazioni, in legge 15.7.2011 n. 111, contenente all’art. 18,
comma 18, una norma di interpretazione autentica dell’art. 4 d.lgs. 16.4.97 n. 146, in forza del
quale detta previsione normativa si interpreta nel senso che la retribuzione utile per il calcolo delle
prestazioni temporanee in favore degli operai agricoli a tempo determinato non è comprensiva
della voce relativa al trattamento di fine rapporto, comunque denominato dalla contrattazione
collettiva.
5. – Per tutto quanto sopra considerato, si
PROPONE
l’accoglimento del ricorso con ordinanza, ai sensi dell’art. 375 n. 5 c.p.c.”.
H – Ritiene questa Corte che le considerazioni svolte dal relatore siano del tutto condivisibili,
siccome coerenti alla consolidata giurisprudenza di legittimità in materia. Ricorre con ogni evidenza
il presupposto dell’art. 375 n. 5 c.p.c. per la definizione camerale del processo.
III – Conseguentemente, il ricorso va accolto e la sentenza della Corte territoriale cassata. Ex art.
384 co. 2° c.p.c., non essendo necessari accertamenti di fatto, si decide la causa nel merito con il
rigetto della domanda di inclusione della quota di TFR nella base di computo del trattamento di
disoccupazione agricola.
IV — La problematicità della materia del contendere consiglia di compensare le spese dell’intero
processo.
P. Q. M.
3

medio convenzionale, ex art. 4 dlgs. n. 146/97, non comprende il trattamento di fine rapporto.

R.G. n. 10119/11
Ud. 5.7.13
INPS c. Di Francesco

La Corte
accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, rigetta la domanda di

Compensa le spese dell’intero processo.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 5.7.13.

inclusione della quota di TFR nella base di computo del trattamento di disoccupazione agricola.

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