Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 21037 del 06/10/2014
Civile Ord. Sez. 6 Num. 21037 Anno 2014
Presidente: IACOBELLIS MARCELLO
Relatore: COSENTINO ANTONELLO
ORDINANZA
sul ricorso 27478-2012 proposto da:
AGENZIA DM…LE ENTRATE in persona del Direttore Centrale
pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI
PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DF.1′
STATO, che la. rappresenta e difende, ope legis;
– ricorrente contro
SOCIETA t DELFINO COSTRUZIONI SPA;
intimata avverso la sentenza n. 822/9/2012 della Commissione Tributaria
Regionale di L’AQUILA – Sezione ‘Staccata di PESCARA del
26.1.2012, depositata il 19/06/2012;
599’f
Lj
Data pubblicazione: 06/10/2014
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del
19/06/2014 dal Consigliere Relatore Dott ANTONELLO
COSENTINO.
rilevato che, ai sensi dell’art. 380 bis cod. proc. civ., è stata depositata in cancelleria
<< l - E' chiesta la cassazione della sentenza n.822/09/2012,
pronunziata dalla CTR di L'Aquila Sezione Staccata di Pescara n.
09 il 26.01.2012 e DEPOSITATA il 19 giugno 2012.
Con tale decisione, la C.T.R. ha . respinto l'appello
dell'Agenzia Entrate, ritenendo e dichiarando illegittima la
pretesa fiscale, stante l'insussistenza dei relativi
presupposti.
L'Agenzia affida l'impugnazione a due motivi, con i quali
censura l'impugnata decisione, per violazione della legge
nazionale e della normativa Comunitaria.
2) L'intimata società, non ha svolto difese in questa sede.
3)
Costituisce oggetto di causa l' impugnazione del
provvedimento dell'Amministrazione Finanziaria, con il quale
è stata disposta la revoca del credito di imposta per gli
importi eccedenti il limite del
della relativa non spettanza, per violazione della regola posta
dal Regolamento CE n.69/2001 del 12.01.2001.
4) – La questione posta dal ricorso va esaminata in base al
quadro normativo riferimento, applicabile ratione temporis, ed a
principi, espressi alla stregua della relativa interpretazione.
E’ stato affermato che “In tema di agevolazioni fiscali, e’
illegittima la disapplicazione da parte del giudice
nazionale della norma dell’art. 63, comma 1, della legge 27
dicembre 2002, n. 289, nella parte in cui, rinnovando il regime
di
incentivi
ferma
la
alle
mantiene
assunzioni,
disposizione di cui all’art. 7, comma 10, della legge 23
dicembre 2000, n. 388 che circoscrive il riconoscimento
del credito di imposta nei limiti della regola “de minimis”
– e cioe’ nell’importo di Euro 100.000 nel triennio, quale
limite quantitativo al di sotto del quale gli aiuti di
stato non incorrono nel divieto di cui all’art. 92 (poi
87) del Trattato CE – sul presupposto che il beneficio in
questione non configuri un aiuto di Stato, in quanto incorre
nella violazione della normativa comunitaria il legislatore
soltanto se concede aiuti di Stato in misura eccedente alla
regola “de minimis” e non se circoscrive, nell’ambito
dei suoi legittimi poteri discrezionali, benefici fiscali
individuate
“per
entro
soglie
predefinite,
anche
relationem” rispetto a norme dell’ordinamento
comunitario.(Cass. n.21797/2011).
E’ stato, altresì, precisato che “Il credito di imposta di
cui all’art. 63 della legge n. 289 del 2002, pur essendo
astrattamente configurabile quale aiuto di Stato in
considerazione del suo carattere selettivo (correlato
alla differenziata applicazione territoriale), non puo’
superare, per espressa previsione del legislatore nazionale,
l’ammontare previsto per gli aiuti “de minimis”, che opera
quale tetto massimo del credito d’imposta in questione;
ne consegue che, pur in mancanza della possibilità di
applicare le disposizioni comunitarie che prevedono il
Ric. 2012 n. 27478 sez. MT ud. 19-06-2014
-2-
la relazione del consigliere Antonino Di Blasi, di seguito integralmente trascritta:
che la parte intimata non si è costituita;
che la relazione è stata notificata alla ricorrente;
che non sono state depositate memorie difensive;
che la causa è stata discussa nell’adunanza in camera di consiglio del 19.6.14,
per la quale è stato nominato relatore il consigliere Antonello Cosentino;
che il Collegio, a seguito della discussione in camera di consiglio, condivide
gli argomenti esposti nella relazione;
che, pertanto, si deve accogliere il ricorso e cassare la sentenza gravata;
che, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, la causa può essere
decisa nel merito con il rigetto del riCorso introduttivo della società
contribuente;
che le spese si compensano per l’intero giudizio.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza gravata e, decidendo nel merito,
rigetta il ricorso introduttivo del contribuente; compensa le spese dell’intero
giudizio.
Così deciso in Roma il 19 giugno 2014.
recupero degli aiuti, previsti dal legislatore nazionale,
equivalenti alle imposte non corrisposte, per effetto della
disposizione nazionale non e’ configurabile
un credito d’imposta eccedente l’ammontare “de minimis” ( Cass.
n.7361/2012).
5) – Ciò posto, la decisione impugnata non sembra in linea con
i trascritti principi, per cui si propone, ai sensi degli
artt. 375 e 380 bis cpc, la trattazione in camera di
consiglio e la definizione del ricorso, con il relativo
accoglimento, per manifesta fondatezza.>>