Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 18831 del 28/07/2017


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Cassazione civile, sez. trib., 28/07/2017, (ud. 10/07/2017, dep.28/07/2017),  n. 18831

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TRIBUTARIA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCININNI Carlo – Presidente –

Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere –

Dott. CAIAZZO Rosario – Consigliere –

Dott. FUOCHI TINARELLI Giuseppe – Consigliere –

Dott. PERRINO Angelina Maria – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso iscritto al n. 28876 del ruolo generale dell’anno 2013,

proposto da:

Agenzia delle entrate, in persone del direttore pro tempore,

rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, presso

gli uffici della quale in Roma, alla via dei Portoghesi, n. 12, si

domicilia;

– ricorrente –

contro

G.A.F., rappresentato e difeso, giusta procura

speciale a margine del controricorso, dagli avvocati Vito Lucio

Paolantonio e Canio De Rosa, con i quali elettivamente si domicilia

in Roma, alla via Gioacchino Gismundo, n. 6, presso lo studio

dell’avv. Ariniello Consolino;

– controricorrente –

per la cassazione della sentenza della Commissione tributaria

regionale della Campania, sede staccata di Salerno, depositata in

data 2 maggio 2013, n. 395/04/13.

Fatto

FATTI DI CAUSA

In relazione all’anno d’imposta 2006 l’Agenzia delle entrate recuperò maggiore materia imponibile nei confronti del contribuente, ai fini dell’iva, dell’irpef e dell’irap, mercè l’applicazione di una percentuale di ricarico lordo sul costo del venduto pari al 22%. Il contribuente impugnò il relativo avviso di accertamento, ottenendone l’annullamento dalla Commissione tributaria provinciale, mentre quella regionale ha dichiarato l’inammissibilità per tardività dell’appello dell’Ufficio.

Contro questa sentenza l’Agenzia propone appello per ottenerne la cassazione, che affida ad un unico motivo, cui il contribuente reagisce con controricorso.

Diritto

RAGIONI DELLA DECISIONE

1.- Fondato è l’unico motivo di ricorso, col quale l’Agenzia denuncia la violazione e falsa applicazione dell’art. 327 c.p.c., e del D.L. n. 98 del 2011, art. 39, commi 5 e 12, lett. c), come convertito, in quanto, sebbene in base a tale norma il termine per l’impugnazione dell’appello fosse rimasto sospeso sino al 30 giugno 2012 (essendo il valore della lite inferiore ad Euro 20.000), il giudice d’appello ha dichiarato inammissibile, perchè tardivo, il gravame notificato nel settembre 2011 avverso la sentenza di primo grado depositata in data 26 gennaio 2011.

1.1.- Allorquando è entrato in vigore il D.L. n. 98 del 2011, ossia il 6 luglio 2011, il termine semestrale per proporre l’appello non era ancora decorso, in quanto sarebbe scaduto soltanto il successivo 26 luglio.

2.- Ciò posto, la Corte ha già avuto occasione di chiarire (Cass. 4515/09; conf., 6747/14) che, nell’ambito complessivo della disposizione, il comma 6 ultimo periodo sulla sospensione dei termini d’impugnazione), della L. n. 289 del 2002, art. 16, richiamato dal D.L. n. 98 del 2011, art. 39, comma 12, come convertito, appare concepito in termini di assoluta autonomia rispetto al periodo precedente (sulla sospensione del processo) e, conseguentemente, la sospensione dei termini d’impugnazione non appare necessariamente vincolata alle modalità operative previste dal primo periodo del comma per la sospensione del processo.

La lettera della disposizione (“sono, altresì, sospesi salvo…”) depone, peraltro, inequivocamente nel senso della categorica sospensione (dei termini d’impugnazione), con l’unica salvezza costituita dalla proposizione di specifica istanza di trattazione da parte del contribuente.

D’altro canto, la rilevata diversificazione delle modalità operative, mentre è congeniale ad una situazione di effettiva pendenza del processo (giacchè in relazione a queste è possibile distinguere l’ipotesi in cui l’udienza di trattazione sia già fissata da quella in cui l’udienza non sia fissata), non lo è rispetto ad una situazione di mera pendenza del termine ad impugnare (in relazione alla quale l’ipotesi della già avvenuta fissazione dell’udienza di trattazione è connaturalmente improspettabile).

Per conseguenza, l’appello avverso la sentenza di primo grado dinanzi indicata è da ritenere tempestivamente proposto.

3.- Ne derivano l’accoglimento del ricorso, con la cassazione della sentenza impugnata ed il rinvio alla Commissione tributaria regionale della Campania in diversa composizione, affinchè esamini il merito della vicenda e regoli le spese.

PQM

 

la Corte:

accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese, alla Commissione tributaria regionale della Campania in diversa composizione.

Così deciso in Roma, il 10 luglio 2017.

Depositato in Cancelleria il 28 luglio 2017

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