Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 1880 del 28/01/2010
Cassazione civile sez. I, 28/01/2010, (ud. 23/10/2009, dep. 28/01/2010), n.1880
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. VITTORIA Paolo – Presidente –
Dott. FELICETTI Francesco – Consigliere –
Dott. CECCHERINI Aldo – rel. Consigliere –
Dott. BERNABAI Renato – Consigliere –
Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 10164/2008 proposto da:
T.A. (c.f. (OMISSIS)), elettivamente
domiciliata in ROMA, VIA SICILIA 235, presso l’avvocato DI GIOIA
Giulio, che la rappresenta e difende giusta procura a margine del
ricorso;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA;
– intimato –
avverso il decreto della CORTE D’APPELLO di ROMA, depositata il
15/10/2007;
udita la relazione della causa svolta nella Pubblica udienza del
23/10/2009 dal Consigliere Dott. ALDO CECCHERINI;
udito per il ricorrente l’Avvocato CALVETTA (con delega) che ha
chiesto l’accoglimento del ricorso;
udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.
VELARDI Maurizio, che ha concluso per l’accoglimento del ricorso.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con decreto 15 ottobre 2007, la Corte d’appello di Roma, decidendo sulla domanda proposta dalla signora T.A., condannò il Ministero della Giustizia al pagamento dell’equa riparazione dovuta per l’irragionevole durata di un processo, liquidando per il periodo eccedente la durata ragionevole il danno non patrimoniale in Euro 1.000,00, con gli interessi dalla domanda, e liquidò le spese del giudizio, poste a carico dell’amministrazione e distratte a favore degli avvocati Giulio Di Gioia e Milena Monica De Nicola, in complessivi Euro 350,00, di cui Euro 100,00 per diritti e Euro 200,00 per onorari.
Per la cassazione del decreto, non notificato, ricorre la signora T. con atto notificato in data 4 aprile 2008, con due mezzi d’impugnazione.
L’amministrazione non ha svolto difese.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con i primi due motivi si censura la liquidazione delle spese del giudizio contenuta nell’impugnato decreto sia per violazione di legge (perchè in violazione dei minimi tariffar, e sia per vizio di motivazione. Questa seconda censura, siccome attinente alla valutazione degli elementi del giudizio, deve essere esaminata con precedenza. Si deduce che la Corte Territoriale ha omesso di considerare la nota spese depositata, discostandosene senza alcuna motivazione. La doglianza è fondata, e comporta l’accoglimento del motivo, con la conseguente cassazione della decisione in punto di liquidazione delle spese e assorbimento del motivo relativo alla violazione del minimo tariffario.
Il decreto impugnato deve essere pertanto cassato in relazione ai motivi accolti, e la causa può essere decisa anche nel merito, con la liquidazione a favore della parte ricorrente delle spese del giudizio davanti alla corte territoriale in complessivi Euro 862,50, di cui Euro 9,50 per esborsi, Euro 500,00 per onorari ed Euro 353,00 per diritti, oltre alle spese generali e agli accessori come per legge, da distrarsi a favore dei procuratori antistatari, come già disposto nel decreto impugnato.
Sono inoltre a carico dell’amministrazione soccombente le spese del grado di legittimità, in ragione di un terzo, con compensazione dei due terzi rimanenti, vertendo la materia del contendere residua solo sulle spese. Esso sono liquidate per l’intero come in dispositivo e distratte a favore dell’avvocato Giulio Di Gioia, dichiaratosi antistatario.
P.Q.M.
La corte accoglie il ricorso nei termini di cui in motivazione, cassa il decreto impugnato e, decidendo nel merito, liquida a favore della parte ricorrente, per spese del giudizio davanti alla corte d’appello, Euro 9,50 per esborsi, Euro 353,00 per diritti, Euro 500,00 per onorari, oltre alle spese generali e agli accessori di legge, disponendo che siano distratte a favore degli avvocati Giulio Di Gioia e Milena Monica De Nicola;
liquida le spese del giudizio di legittimità in Euro 600,00 di cui Euro 100,00 per esborsi, oltre alle spese generali e agli accessori di legge, e le pone a carico dell’amministrazione nei limiti di un terzo, disponendo che siano distratte a favore dell’avvocato Giulio Di Gioia, e compensando tra le parti gli altri due terzi.
Manda alla cancelleria per le comunicazioni di cui alla L. n. 89 del 2001, art. 5.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Prima della Corte Suprema di Cassazione, il 23 ottobre 2009.
Depositato in Cancelleria il 28 gennaio 2010